Com’è e dove si trova il famoso murales di Maradona ai Quartieri Spagnoli di Napoli.
Il murales dedicato a Diego Armando Maradona, ai Quartieri Spagnoli di Napoli, è uno dei luoghi diventati più famosi e di culto della città, e si porta dietro una storia affascinante di amore per il club, per il quartiere e per l’arte.
Tecnicamente l’indirizzo è via Emanuele de Deo 46 (qui su Google Maps) ma la piccola piazzetta è stata recentemente rinominata Largo Maradona ed è ormai un punto turistico segnalato anche dalle guide e dalle mappe della città: trasformata in uno spazio coloratissimo e ricco di memorabilia, santini, sciarpe e bandiere, è di fatto un luogo di culto laico alla memoria del Pibe, scomparso il 25 novembre 2020, e in ricordo di quanto ha fatto da calciatore per la città di Napoli e la squadra.
- Leggi anche: Perché si chiama(va) “Stadio San Paolo”?
L’opera fu realizzata per festeggiare il secondo scudetto della storia del club (1988/89) e l’autore fu Mario Filardi, ragazzo nativo proprio dei Quartieri Spagnoli, artista straordinario e autodidatta e grande tifoso del Napoli.
All’epoca 23enne, Filardi volle fare un regalo alla città e al suo quartiere e per tracciare il disegno si basò su una piccola fotografia di Maradona, ritratto in azione con addosso la storica maglia del Napoli anni ’80 (sponsor Mars), la fascia da capitano e quel secondo scudetto appena conquistato.
Mario lavorò per 2 notti e 3 giorni, aiutato da tutti i ragazzi del quartiere coordinati da Antonio Esposito alias “Bostik”, all’epoca ultrà del Napoli e oggi “custode” del luogo: la gente del posto tenne i fari delle auto accesi anche di notte, passarono i materiali a Filardi appollaiato su un’impalcatura precaria a oltre 10 metri d’altezza, gli fecero compagnia.
Fu un’opera incredibile, che copre oltre due piani del palazzo (alto sei piani in totale) e che al completamento fu accolta da una festa di quartiere con fuochi d’artificio.
Nel corso del tempo l’incuria e il degrado rischiarono di cancellare per sempre questa meraviglia, salvata da due restauri prima nel 2016 (ad opera di Salvatore Iodice) poi nel 2017 (con un ulteriore intervento di Francisco Bosoletti), andando anche a dipingere le persiane della finestra che nel mentre era stata inopinatamente aperta proprio all’altezza del volto di Diego.
Mario Filardi purtroppo era già scomparso prematuramente nel 2010 a Zurigo, e non poté vedere la rinascita della sua opera.
Il murale oggi non è solo un luogo di culto o un’opera che celebra Maradona ma va guardato e apprezzato anche perché rappresenta la memoria di un giovane artista, della sua creatività, dei suoi sforzi e dei suoi sogni.
per saperne di più:
- il murales di Maradona è qui, su Google Maps
- una bella intervista alla famiglia di Mario Filardi, su Il Napolista
- “Il grave errore del tetto dello stadio di Napoli”, qui su Archistadia
- Mappa dello stadio Maradona di Napoli | settori e accessi, qui su Archistadia
© Riproduzione Riservata