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Perché lo stadio di Napoli si chiama(va) “San Paolo”?

Genesi del nome dello stadio del Napoli, che è ora intitolato a Diego Maradona.

Stadio del Sole. Questo era il nome originale dello stadio di Napoli, inaugurato nel quartiere Fuorigrotta il 6 dicembre 1959, sul progetto dai tratti razionalisti e imponenti dell’architetto Carlo Cocchia.

Oggi lo conosciamo come “Stadio San Paolo”, una denominazione ufficiale solo dal 1963, e che il Comune di Napoli ha modificato in Stadio Diego Armando Maradona con una delibera del 4 dicembre 2020, come proposto dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sull’onda emotiva della scomparsa del Pibe. Ma perché si chiama Stadio San Paolo?

Il santo che dà il nome allo stadio partenopeo è Paolo di Tarso che, secondo le cronache della storia, nell’anno ’61 d.C. giunse in Italia attraccando proprio al porto di Pozzuoli (era il primo dei tre viaggi a Roma del santo), della cui Diocesi fanno parte i quartieri occidentali di Napoli, compresa l’area dell’attuale stadio.

stadio napoli vista esterna
Vista esterna dello Stadio Maradona di Napoli (photo: Mister No / Wikimedia Commons CC BY 3.0)

Teologo cristiano, chiamato “l’Apostolo delle Genti”, è considerato il principale missionario del Vangelo di Gesù nell’età antica e oggi è venerato il 29 giugno, nello stesso giorno di San Pietro (la tradizione vuole che entrambi siano morti, martirizzati, nella stessa data, nel 67 d.C.).

Nel 1963, quando diventò ufficiale la denominazione “San Paolo”, lo stadio di Napoli ospitò anche le cerimonie di apertura e chiusura, e la finale del torneo di calcio, dei Giochi del Mediterraneo, prima degli interventi di ammodernamento del 1980 (in occasione degli Europei) e della trasformazione avvenuta in occasione dei Mondiali ’90, che ne ha segnato gli anni successivi più come una cicatrice che come un vero intervento migliorativo.

Lo Stadio San Paolo fu costruito nel giro dei sei anni, fra il 1953 e il 1959, dopo che l’architetto Carlo Cocchia si era aggiudicato nel 1948 il concorso nazionale bandito dal CONI. Inizialmente pensato come un catino a un unico livello, venne poi costruito con due anelli dei quali il primo è minore e leggermente incassato sotto il secondo.

La scomparsa di Diego Maradona, il 25 novembre scorso, ha provocato un incredibile moto di emozioni e sentimenti, che ha riacceso l’attenzione sulla possibilità di dedicare lo stadio di Napoli al campione argentino. Una scelta ufficializzata con la delibera del 4 dicembre 2020, ma a cui forse si poteva pensare prima, per rendere davvero omaggio al più forte calciatore della storia e a quanto fece Maradona per il club azzurro proprio in questo impianto. In attesa, e nella speranza, che il Napoli possa avere uno stadio davvero moderno e che renda onore alla straordinaria carriera del Pibe.

Il 4 dicembre 2020, la Giunta del Comune di Napoli ha approvato la delibera per intitolare lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona. Nell’atto ufficiale dell’Amministrazione, Maradona viene ricordato come “il più grande calciatore di tutti i tempi […] che con il suo immenso talento e la sua magia, ha onorato per sette anni la maglia della squadra del Napoli, regalandole i due scudetti della storia e altre coppe prestigiose, e ricevendo in cambio dalla città intera un amore eterno e incondizionato. […] ha incarnato il simbolo di riscatto di una squadra alla quale, negli anni più bui, ha dimostrato che è possibile rialzarsi, vincere e trionfare, offrendo al tempo stesso un messaggio di speranza e di bellezza all’intera città perché, attraverso le vittorie calcistiche del fuoriclasse argentino a vincere non è stata soltanto la squadra del Napoli, ma l’intera città, che si identifica pienamente in lui.

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cover image: foto Caoduro Lucernari

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