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Profili #7 | Stade Vélodrome, Marsiglia

Esempio di rinnovamento e modernità fedele alla sua città e alla sua storia.

Visitare oggi lo Stade Vélodrome significa trovarsi di fronte a un perfetto esempio di “stadio contemporaneo”. Un impianto che, nonostante i tanti rinnovamenti, riesce in qualche modo a restare fedele a ciò che rappresenta, la città di Marsiglia e l’Olympique, rimanendo sempre in bilico fra tradizione e futuro. Dopo la completa ristrutturazione ultimata nel 2014, il Vélodrome è diventato un ottimo e affascinante caso-studio di architettura sportiva del nuovo millennio.

Nonostante la sua effettiva imponenza, lo stadio si presenta quasi nascosto alla vista dall’esterno, inizialmente celato dietro il moderno complesso alberghiero che si incontra lungo Boulevard Michelet. È questo l’accesso migliore sia che arriviate da Cassis, lungo la strada che passa dal Col de la Gineste, sia che risaliate dalla rotonda del Prado in arrivo dallo svincolo autostradale.

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(photo by Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)

Di fronte all’ampia scalinata d’accesso, con il negozio ufficiale e la biglietteria subito a destra, il Vélodrome si svela su un podio rialzato che circonda l’impianto e scivola poi alle spalle, verso Rue Raymond Teisseire e il Palais des Sports de Marseille. Lo stadio da vicino non si fa apprezzare completamente. Troppo grandi le sue dimensioni, che vanno lette in una visione generale che ne faccia comprendere appieno le forme e i profili che lo caratterizzano.

Inoltre, almeno dal punto di vista prettamente estetico, l’esterno dello stadio non è particolarmente movimentato e si divide principalmente in due parti: la struttura portante e la copertura. Un’enorme facciata verticale segnata da un rigato nero/grigio, a sua volta suddiviso in fasce orizzontali che ne variano la dinamicità e lo intrecciano alla finestratura, risulta in un effetto ottico in parte disturbante che ha, però, il merito di indirizzare lo sguardo verso l’alto, dove si aggancia l’enorme vela di copertura che avvolge lo stadio.

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(photo by Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)

Tutto sembra molto semplice e lineare ma lascia una continua sensazione di “incertezza” e movimento, soprattutto dal punto di vista visivo (da considerarsi in un’accezione positiva). Gli spazi interni sono ampi e segnati da un azzurro acceso alle pareti, sia nei saloni che nei corridoi, ma l’illuminazione un po’ soffusa in alcuni locali non valorizza al meglio determinati spazi.

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Il meglio di sé il Vélodrome lo dà quando ci si affaccia sul campo. Improvvisamente si passa in uno spazio luminoso, avvolgente e imponente. La copertura va quasi a raddoppiare le dimensioni in altezza, creando l’effetto di una struttura in movimento che tende a venire verso lo spettatore sovrastandolo. Il profilo ondulato, sia del tetto che delle tribune (che possono ospitare fino a 67mila persone), crea un’eccezionale combinazione visiva fra le linee rette dei settori di gradinata e la maglia intrecciata della struttura reticolare portante della copertura.

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(photo by Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)
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(photo by Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)

Si è in parte ammirati e in parte stimolati a spostare continuamente lo sguardo, quasi ci si trovasse in un luogo con tante cose diverse da vedere tutt’intorno. I seggiolini in tribuna risultano piuttosto comodi e lo spazio tra una fila e l’altra è sorprendentemente ampio (situazione già vista all’Allianz Riviera di Nizza). La visuale sul campo è perfetta anche dalle file superiori, grazie alla pendenza delle tribune che attenua l’altezza con una maggiore perpendicolarità verso il terreno di gioco.

Il fatto che il Vélodrome sia di proprietà comunale ne fa un impianto utilizzato spesso per concerti e altri eventi sportivi ma, allo stesso tempo, lo costringe a perdere il carattere di unicità dato dalla presenza dell’Olympique Marsiglia.

Al di là dell’azzurro alle pareti e di un salone che ripercorre la storia del club (situato alle spalle della tribuna d’onore) si sente la mancanza di uno spazio per i trofei e del marchio visivo dell’OM in ogni stanza: la società, la squadra e gli addetti prendono possesso dell’impianto il giorno prima di ogni partita, infatti, e solo allora inseriscono tutto il necessario per caratterizzare ad hoc lo stadio (sponsor, banner, teloni ecc). Anche per questa ragione la visita guidata dello stadio è organizzata dall’Ufficio del Turismo di Marsiglia e non dall’Olympique, ma è condotta in modo ottimale e molto curato.

» lo Stade Vélodrome è qui, su Google Maps

» a poca distanza dal Vélodrome si può vedere il palazzo dell’Unité d’Habitation, progettato da Le Corbusier, qui su Google Maps (uno degli edifici simbolo delle teorie sperimentali per l’edilizia abitativa del Secondo Dopoguerra, e di cui vi abbiamo parlato qui)

Questo articolo fa parte della serie di monografie “Profili”

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