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La svolta green del Lincoln Financial Field

Lo stadio dei Philadelphia Eagles è un esempio di continuo aggiornamento tecnologico.

Ad osservarlo dalla Interstate I-95, conosciuta anche come Vietnam Veterans Memorial Highway, in direzione Wilmington, il Lincoln Financial Field si staglia quasi fosse un landmark in stile “Learning from Las Vegas” (libro di Robert Venturi, 1972, acquistabile qui in versione italiana): lo stadio dei Philadelphia Eagles di football americano (NFL) paradossalmente è un’eccezione fra le eccezioni all’interno di un sito denso di storie sportive, ma è anche un’architettura che esemplifica fin troppo l’intricato paradigma reticolare di cui fa parte.

E in effetti, la localizzazione del Lincoln Financial Field, progettato da NBBJ Sports con Arup (2003) in sostituzione dello storico Veterans Stadium (1971), è un perfetto riferimento di molte realizzazioni del recente passato, affini a una generazione di infrastrutture sportive che spesso rappresentavano critiche discontinuità all’interno del tessuto urbano. La costruzione dello stadio degli Eagles, ma anche dei vicini Citizens Bank Park (2004) e Wells Fargo Center (1996), a livello urbanistico è debolmente connessa alla città, e sottolineata solo da un vasto parcheggio circostante e da un vero e proprio “vuoto costruttivo” che annulla il doveroso rapporto fra l’edificio e l’uomo, ormai al centro di molte realizzazioni.

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Vista esterna del Lincoln Financial Field di Philadelphia (photo via Dan Meis Studio)

via Dan Meis Studio

Renzo Piano parlerebbe di “ricucitura urbana”, concetto che non è la caratteristica principale del South Philadelphia Sports Complex, nonostante alcune strategie in atto come una migliore connessione ciclopedonale con il Roosevelt Park e la parziale rifunzionalizzazione del distretto (comunque utilizzato anche per grandi concerti), attraverso la recente costruzione del Live! Casino & Hotel e in futuro della Fusion Arena, progettata da Populous principalmente per le competizioni di esports.

Una pianificazione ecosostenibile per il Lincoln Financial Field di Philadelphia

Il principio costruttivo e insediativo alla base di questo stadio è ben diverso, per esempio, da quello che contraddistingue il Mercedes-Benz Stadium (Atlanta, 2017). L’impianto di Philadelphia definisce un interessante modello la cui caratteristica principale è la capacità di adeguarsi ad una tendenza considerata fondamentale: la sostenibilità. In tal senso, la politica della franchigia locale è afferente ad una logica in linea con i principi dell’economia circolare e programmata nel corso degli anni con grande meticolosità: ha permesso il raggiungimento di obiettivi riconosciuti, consentendo di ridurre già dai primi anni il fabbisogno di energia elettrica del 50% e di ottenere una delle più autorevoli certificazioni come la Leadership in Energy and Environmental Design (LEED, sviluppata dal 1993 dallo statunitense Robert K. Watson), e in dettaglio la LEED Silver nel 2013 e la LEED Gold nel 2018.

Questa progressione, in grado di rendere gli Eagles uno dei club più “green” della NFL, è iniziata addirittura nel 2003, anno di inaugurazione dello stadio, grazie allo sviluppo del cosiddetto programma Go Green. Una scelta che prova la necessità di un approccio completo, multidisciplinare, a cominciare dalla sensibilizzazione dei dipendenti nei confronti del riciclaggio (il 99% dei rifiuti non viene inviato nelle discariche), per poi passare ad una collaborazione con l’azienda Aramark finalizzata ad ottenere una fornitura per il settore Food & Beverage di cannucce di plastica 100% riciclabili approvate dagli standard ASTM (evitando così l’utilizzo annuo di 500mila elementi non compostabili).

Ulteriori strategie relative al gravoso problema dei rifiuti sono state successivamente implementate con l’installazione nel 2017 di un biodigestore che, secondo il Go Green 2020 Annual Report, ha trattato più di 25 tonnellate di rifiuti.

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Vista via Google Maps del Lincoln Financial Field di Philadelphia e dell’area urbana circostante.

Allo stesso tempo, l’installazione di 15 distributori d’acqua hanno sensibilmente ridotto l’utilizzo di bottiglie di plastica all’interno dello stadio, e la partnership con aziende come Waste Masters e Braskem ha condotto gli Eagles verso la conquista di un profilo ecosostenibile ampiamente riconosciuto e, di conseguenza, utile anche per il settore marketing. Le circa 850 tonnellate riciclate dal Lincoln Financial Field e dal vicino training centre NovaCare Complex in un anno, attraverso la collaborazione con Braskem, hanno permesso la realizzazione di una replica del trofeo della squadra vincitrice del campionato, il Vince Lombardi Trophy, con materiali riciclati ma anche la costituzione di un programma che prevede la ciclica sostituzione dei seggiolini esclusivamente attraverso nuovi elementi provenienti dal sistema di riciclaggio interno.

Grazie a tutto questo, nel 2018 i Philadelphia Eagles sono diventati il primo club professionistico a ricevere la certificazione ISO 20121 oltre ad essere accreditati con la designazione SAFETY Act dal U.S. Department of Homeland Security.

Ciononostante, il Lincoln Financial Field rappresenta anche (forse soprattutto) una struttura avanzata dal punto di vista tecnologico. Oltre ad essere dotato di un sistema di illuminazione LED a risparmio energetico e di un controllo “domotico” capace, attraverso timer e sensori, di evitare un consumo non necessario di energia, il 100% del fabbisogno energetico dell’impianto viene sostenuto da fonti rinnovabili, rendendo la struttura “off the grid”, ovvero indipendente dalla classica rete di fornitura elettrica. Un risultato avvalorato dall’installazione di 10.456 pannelli fotovoltaici e 14 turbine eoliche (ora rimosse per motivi di manutenzione e probabilmente sostituite in futuro da una tecnologia più performante), in partnership con NRG.

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Vista interna del Lincoln Financial Field di Philadelphia nella configurazione per l’hockey su ghiaccio, durante le NHL Series 2019 (photo: Patriarca12 / Wikimedia Commons / CC BY 4.0)

I pannelli, in particolare, sono stati disposti principalmente su una facciata dello stadio, andando a costituire una sorta di innovativo “involucro solare”, oltre a essere disposti come copertura di numerosi parcheggi, conferendo un significato funzionale ai grandi spazi aperti che circondano l’impianto. Questi pannelli consentono la produzione di circa 4MW di energia all’anno, che coprono mediamente il 33% del fabbisogno annuale dello stadio.

Da segnalare anche la realizzazione dei rain gardens, un particolare tipo di giardino in grado di trattenere e raccogliere l’acqua piovana, e in questo caso creati grazie a un’apprezzabile collaborazione con The Conservation Fund, oltre a una rilevante promozione della mobilità pubblica, con un avanzato programma di bike-sharing che facilita l’accesso all’impianto per gli spettatori. Anche i mezzi pubblici garantiscono un comodo arrivo allo stadio, in particolare grazie alla vicina NRG Station e agli incentivi pensati per i dipendenti dello stadio (per esempio, la tessera del trasporto pubblico fornita dall’azienda del trasporto locale Southeastern Pennsylvania Transportation Authority).

L’importanza del Lincoln Financial Field risiede proprio in questa capacità di adeguarsi all’evoluzione delle necessità contemporanee. Lo stadio dei Philadelphia Eagles, grazie all’attenta gestione dimostrata negli anni dalla franchigia stessa è un fondamentale esempio di come gli edifici moderni possano essere migliorati e aggiornati sia dal punto di vista strutturale che gestionale, rimanendo riferimenti di innovazione per l’architettura sportiva contemporanea.

» Learning from Las Vegas è un libro di Robert Venturi, del 1972, e descrive l’eccezionalità architettonica e pop di una città cresciuta in modo incredibile e vorticoso. La versione italiana è intitolata “Imparare da Las Vegas. Il simbolismo dimenticato della forma architettonica” e puoi acquistarlo qui, su Amazon

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