Una tradizione non solo italiana.
San Siro, San Paolo, San Nicola, Sant’Elia, sono denominazioni entrate nelle abitudini del tifo calcistico italiano. Ma gli stadi con il nome dei santi, curiosamente, non sono un’esclusiva dell’Italia. In realtà, anche all’estero esistono esempi paralleli, ognuno con una sua storia precisa (certo, sempre in linea con riferimenti legati alla religione cristiana).
Alle volte si tratta di casi di toponomastica, con il nome dello stadio che deriva dal luogo (o da un elemento urbano adiacente). Altre volte la scelta viene effettuata ad hoc, con volontà celebrative o identitarie. In questo articolo abbiamo raccolto gli esempi più importanti – e forse non tutti così conosciuti – di stadi che portano il nome dei santi (nel nostro lavoro di ricerca, ci siamo limitati al calcio professionistico: scriveteci per segnalarci altri impianti sportivi minori di vostra conoscenza).
ITALIA
Ovviamente partiamo dall’Italia che, per tradizione sociale e sportiva, è il Paese con più esempi in elenco. Un po’ sui generis la denominazione “San Siro” per lo Stadio Meazza di Milano, visto che si tratta di un nome non ufficiale, ma ormai di uso comune, e derivante dal quartiere in cui è inserito l’impianto (in questo articolo su Archistadia potete ripercorrere l’origine e la storia dello stadio). Da poco superato, invece, il nome “San Paolo” per lo stadio di Napoli, recentemente intitolato alla memoria di Diego Armando Maradona (qui vi raccontavamo l’origine del nome che sostituì Stadio del Sole nel 1963), mentre a Cosenza il club locale gioca allo Stadio San Vito a cui, nel 2015, si è aggiunta l’intitolazione a Gigi Marulla, bandiera rossoblù scomparso prematuramente proprio in quell’anno.
Rimanendo nel sud Italia, la scelta di intitolare a San Nicola lo stadio di Bari fu decisa tramite un referendum: l’impianto era stato costruito per i Mondiali di Italia 90, e il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno propose una votazione (a premi) che raccolse 115mila preferenze. Il nome di San Nicola, che si riferisce al santo patrono della città, vinse con il 37% dei voti, davanti a “Mediterraneo”, “Azzurro”, “degli Ulivi” e “del Levante”.
In Sardegna, invece, la scelta fu più semplice. Lo Stadio Sant’Elia fu denominato così in virtù della sua posizione, nel quartiere omonimo della città di Cagliari. L’impianto venne inaugurato nel 1970, all’indomani della vittoria dello scudetto, e in sostituzione del vicino Stadio Amsicora che aveva ospitato i rossoblu nei vent’anni precedenti. Infine, nell’altra grande isola italiana, il Messina gioca allo Stadio San Filippo dal 2004, chiamato così perché situato nella contrada omonima della città: San Filippo d’Agira (40-103 d.C.) si stabilì in Sicilia dopo l’ordinazione sacerdotale, compiendo vari miracoli con la sua opera taumaturgica. San Filippo è anche patrono di alcuni comuni della provincia di Messina, oltre a essere venerato in varie città della Sicilia (la denominazione completa dello stadio del Messina, dal 2016, contempla la dedica al compianto Franco Scoglio, ex allenatore italiano scomparso nel 2005).
Stadi che portano il nome di santi, dall’Europa al Centro America
Anche all’estero, in particolare in Europa, non è strano trovare stadi che portano il nome dei santi. In particolare, nel Regno Unito (con una storia legata all’evangelizzazione cristiana e poi al protestantesimo) ci sono alcuni esempi rilevanti, spesso collegati a elementi della città che hanno segnato il tessuto sociale insieme al calcio.
Inghilterra
In Inghilterra, St. James’ Park è uno dei casi più conosciuti. Il nome dello stadio del Newcastle (a proposito, la calligrafia si distingue dal famoso parco urbano di Londra per una “s” dopo l’apostrofo, nel genitivo sassone) risale a un ospedale e una cappella intitolati a San Giacomo e presenti nell’area prima del 1500. In seguito, con lo sviluppo della città, il nome “St James” continuò a dare i riferimenti al luogo, con la realizzazione di strade oggi limitrofe all’impianto dei Magpies: St. James Place (a est), St. James Boulevard (a sud) e St. James Street.
Ma in giro per l’Inghilterra, c’è un altro stadio intitolato a San Giacomo: è il St. James Park di Exeter, nel Devon. Inaugurato nel 1904, ha in comune il nome con la strada St James Road che corre lungo la gradinata sud, e con la stazione ferroviaria cittadina, sul lato ovest.
Particolare è invece il caso del Southampton, che gioca al St. Mary’s Stadium dal 2001, dopo che il club aveva abbandonato lo storico The Dell. Il trasferimento nel quartiere St. Mary’s, nei pressi della foce del fiume Itchen, fu considerato un “ritorno alle origini” per il Southampton, che era stato fondato proprio in quest’area, nel 1885, da un gruppo di ragazzi della squadra giovanile della St. Mary’s Church (le prime denominazioni ufficiali del club, infatti, furono St. Mary’s Church Young Men’s Association e Southampton St. Mary’s F.C.). Infine nelle Midlands, dove il Birmingham City gioca al St. Andrew’s dal 1906: lo stadio è chiamato così in riferimento alla Chiesa di Sant’Andrea, che si trovava poco più in là nei pressi di Coventry Road, dove fu costruito l’impianto (e che era sconveniente mutuare come nome, dato che il Coventry City è uno dei club rivali del Birmingham City!).
Irlanda e Scozia
Sulla costa meridionale dell’Irlanda, nei pressi di Cork, la cittadina portuale di Cobh ci fa scoprire lo stadio St. Colman’s Park. Impianto di casa del club locale, Cobh Ramblers (nel quale iniziò la carriera Roy Keane), è dedicato a San Colmano (o Colmán of Cloyne, 530-606 d.C.), fondatore del Monastero di Cloyne e celebrato anche dalla Cattedrale della stessa cittadina di Cobh.
Dall’Irlanda alla Scozia, nella cittadina di Paisley (a circa 7 miglia da Glasgow), dove il St. Mirren FC gioca nell’omonimo stadio, St. Mirren Park. Dedicato a San Mirin (circa 565-620 d.C.), monaco irlandese oggi santo patrono della diocesi cittadina, e responsabile della cristianizzazione dell’area e della fondazione della comunità religiosa locale a cavallo del VI secolo. Oggi la città stessa è intitolata a lui, con la Cattedrale che ne conserva le spoglie.
Francia, Svizzera e Spagna
Anche nel resto d’Europa si trovano stadi con il nome dei santi. Per esempio in Spagna, dove tutti conoscono il San Mamés di Bilbao, chiamato così perché costruito nei pressi della Chiesa votata a San Mamete (259-275 d.C.), martirizzato nell’antica Cesarea di Cappadocia. Oppure nei pressi della capitale Madrid, dove il club di Segunda Division, AD Alcorcón, gioca le sue partite interne all’Estadio Santo Domingo (San Domenico), dal 1999. In città è forte il culto per il santo, e si trova anche un’importante chiesa a lui dedicata, Santo Domingo de la Calzada, a pochi isolati dallo stadio.
In Svizzera, invece, troviamo il St. Jakob-Park di Basilea, eccezionale impianto sportivo progettato da Herzog & De Meuron, e inaugurato nel 2001, con un nome che risale alla storia cavalleresca del luogo. Il villaggio di San Giacomo sulla Birsa (il fiume cittadino) era situato proprio nell’area dello stadio e qui, nel 1444, nei pressi del Lazzaretto di San Giacomo, si combatté una sanguinosa battaglia fra l’esercito della città di Basilea e i francesi mercenari legati al re Federico III.
Lo sapevi? A St. Moritz, in Svizzera, l’ex Stadio Olimpico dei Giochi Invernali 1928 e 1948, è stato riconvertito in abitazione privata dal designer svizzero Rolf Sachs. Ve lo racconto in questo articolo, su Archistadia.
Molto più immediato, invece, il riferimento per lo Stade Saint-Symphorien di Metz, in Francia, che prende il nome dall’omonima isola sul fiume Mosella, sulla quale fu costruito nel 1923. San Sinforiano di Autun visse nel II secolo d.C., ed è un martire venerato dalla chiesa cattolica francese. Morto decapitato sotto Marco Aurelio, si era impegnato per cristianizzare la città di Autun (all’epoca pagana) e, oltre a questa cittadina, anche a Metz fu fondata un’abbazia a lui intitolata, eretta nel 609 d.C..
Guatemala
Un altro San Domenico (de Guzmán, 1170-1221) ci fa infine volare fin nel Centro America, in Guatemala. Qui, nella cittadina di Mixco (un sobborgo di Guatemala City), il club locale Deportivo Mixco gioca le sue gare casalinghe all’Estadio Municipal Santo Domingo. L’impianto è intitolato al presbitero spagnolo, e fondatore dell’Ordine dei Predicatori, che secondo la leggenda ricevette anche un’apparizione della Vergine durante una permanenza a Tolosa.
Il legame fra Guatemala City, Mixco e San Domenico, risale al 1500 con l’arrivo dei conquistadores spagnoli – guidati da Pedro de Alvarado y Contreras – e la contemporanea intitolazione del luogo in onore del santo. In Italia, peraltro, c’è il santuario principale dedicato a Domenico di Guzmán: la Basilica di San Domenico, a Bologna.
Stadi che portano il nome di santi – un comodo riepilogo:
Italia
- Bari, San Nicola
- Cagliari, Sant’Elia (non più in funzione)
- Cosenza, San Vito – Gigi Marulla
- Messina, San Filippo – Franco Scoglio
- Milano, San Siro (nome non ufficiale dello Stadio Giuseppe Meazza)
- Napoli, San Paolo (denominazione cambiata a dicembre 2020)
Europa
- Alcorcón (Spagna), Estadio Santo Domingo
- Basilea (Svizzera), Sankt Jakob Park
- Bilbao (Spagna), San Mamés
- Birmingham (Inghilterra), St. Andrew’s Stadium
- Cobh (Irlanda), St. Colman’s Park
- Exeter (Inghilterra), St. James Park
- Metz (Francia), Stade Saint Symphorien
- Newcastle (Inghilterra), St. James’ Park
- Southampton (Inghilterra), St. Mary’s Stadium
- St. Mirren (Scozia), St. Mirren Park
Mondo
- Mixco (Guatemala), Estadio Santo Domingo
Nel nostro lavoro di ricerca ci siamo limitati al calcio professionistico: scriveteci per segnalarci altri impianti sportivi minori di vostra conoscenza.
Cover image: Panoramica interna dello stadio San Nicola di Bari (img: Fabio Cianciola / Wikimedia Commons / CC BY-SA 4.0 DEED)
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