I precedenti di quasi un secolo di sfide fra gli Azzurri e i Tre Leoni.
Dalla prima partita giocata a Roma, sotto gli occhi di Benito Mussolini, Italia-Inghilterra è diventata una rivalità calcistica piuttosto rilevante nel corso dell’ultimo secolo, simbolo soprattutto di un diverso approccio culturale e metodologico al calcio (e forse alla vita), e si prepara ora a scrivere un altro capitolo di questo percorso con la finale di Euro 2020 in programma a Wembley.
In tornei ufficiali (Mondiali o Europei), l’Italia è nettamente in vantaggio nel conto degli scontri diretti, ma la prima sfida in assoluto fu un’amichevole, giocata il 9 maggio 1933 allo Stadio Nazionale del PNF (Stadio del Partito Nazionale Fascista). In quell’occasione la gara terminò 1-1 (una video-sintesi dell’epoca è visibile qui), con le reti di Giovanni Ferrari e il pareggio di Cliff Bastin (fra i più forti attaccanti nella storia dell’Arsenal). Il settimanale britannico The Observer riferì di “50mila spettatori, anche Mussolini tra la folla in festa”.
Erano gli anni a cavallo delle due Guerre, e dei due Mondiali di calcio (1934 e 1938) vinti dall’Italia che all’epoca veicolava soprattutto l’immagine del Partito Fascista, e della forza (probabilmente anche politica e sportiva) del Duce.
I leoni di Highbury
E proprio nell’autunno del 1934, si giocò la seconda sfida fra azzurri e inglesi: l’Inghilterra, per ragioni geopolitiche, si era rifiutata di partecipare ai Mondiali di quell’estate e la partita contro l’Italia neo-campione venne vissuta come una “bella” per decidere chi fosse davvero la squadra più forte al mondo. Il 14 novembre 1934, allo stadio Highbury di Londra, si giocò una delle partite più epiche della storia del calcio, che vide gli inglesi vincere 3-2 in mezzo a scontri e tackle al limite del brutale, e celebrò i giocatori dell’Italia come “I Leoni di Highbury” (video-sintesi visibile qui) per il coraggio nel tentativo di rimonta nonostante la sconfitta.
Nel Secondo Dopoguerra, poi, le due Nazionali si ritrovarono quasi ogni decennio, a cominciare dal 4-0 con cui gli inglesi vincono in amichevole al Comunale di Torino nel 1948, con le reti di Stan Mortensen, Tom Finney e Stnaley Matthews.
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Ancora in amichevole, davanti a 93mila persone allo Stadio Comunale di Firenze (oggi Artemio Franchi), Ivor Broadis del Manchester City e Amedeo Amadei (storico centravanti del primo scudetto della Roma, nel 1942) firmarono l’1-1 nel maggio del 1952, mentre nella primavera del 1961, all’Olimpico di Roma, l’Inghilterra riuscì a rimontare e vincere 3-2 davanti a 90mila persone (in una partita ricordata soprattutto per la tremenda frattura al naso che si procurò Lorenzo Buffon, portiere degli Azzurri e nonno di Gianluigi, in un’uscita volante in mischia).
Da Fabio Capello a Gianfranco Zola, fino al nuovo Wembley: Italia-Inghilterra in età moderna
Fra il giugno e il novembre 1973, Italia-Inghilterra fu giocata due volte in amichevole e gli Azzurri iniziarono a invertire la rotta: nella prima partita al Comunale di Torino, in occasione del record di presenze con la Nazionale inglese del capitano Bobby Moore (107), l’Italia vinse 2-0 con reti di Pietro Anastasi e Fabio Capello, e proprio quest’ultimo firmò la storica vittoria al vecchio stadio di Wembley, in quella che rimane una delle imprese più grandi della storia della Nazionale.
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Nel giugno 1980 le due squadre si incontrano per la prima volta agli Europei, con l’Italia vincente grazie a un gol di Marco Tardelli nel finale, per poi arrivare alla famosa finalina 3/4 posto dei Mondiali di Italia 90, allo Stadio San Nicola di Bari. Entrambe grandi deluse del torneo, si ritrovano in un’atmosfera di festa per chiudere il torneo (e festeggiare anche la 125esima e ultima presenza in maglia inglese del portiere Peter Shilton). Vincerà l’Italia 2-1, gol di Roberto Baggio e Totò Schillaci, prima che le due squadre salutino il pubblico abbracciate insieme sul palco al centro del campo.
Il 12 febbraio 1997, Gianfranco Zola firma un gol storico nell’1-0 azzurro sul prato di Wembley, in una gara di qualificazione mondiale, che ripete l’epica del gol di Capello di 24 anni prima. Italia-Inghilterra si rigiocherà poi a campi invertiti nel girone, in autunno, e terminerà 0-0 all’Olimpico di Roma, regalando l’iconica immagine di Paul Ince che continua a giocare nonostante un bendaggio di fortuna alla fronte e il sangue cosparso sulla maglietta.
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Nella primavera 2007, Italia-Inghilterra si gioca addirittura come gara ufficiale d’inaugurazione del nuovo stadio di Wembley. Davanti a quasi 56mila spettatori, le due selezioni Under 21 si affrontano in un’amichevole che termina 3-3, con la tripletta di Giampaolo Pazzini.
Infine, in mezzo ad altre amichevoli, in tempi recenti azzurri e inglesi si ritrovano ancora due volte nei grandi tornei. Nel giugno 2012, all’Olimpico di Kiev, in Ucraina, l’Italia elimina l’Inghilterra ai calci di rigore nei quarti di finale degli Europei, con il memorabile “cucchiaio” di Andrea Pirlo durante la serie finale dal dischetto. E ancora gli Azzurri emergono vincitori due anni dopo, ai Mondiali in Brasile, quando trovano il successo per 2-1 (Marchisio, Sturridge, Balotelli) nella prima partita della fase a gruppi, allo stadio di Manaus, nonostante poi entrambe le Nazionali non riusciranno a superare il girone.
Cover image: Giacinto Facchetti (a sx) e Bobby Moore (a dx) prima dell’amichevole fra Italia e Inghilterra, al Comunale di Torino, il 14 giugno 1973 (foto su licenza libera via Wikimedia Commons)
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