Un progetto ufficializzato nel 2007 sotto la presidenza Laporta, ma poi accantonato.
Nel settembre 2007 l’entusiasmo sugli spalti del Camp Nou di Barcellona era un sentimento in crescendo. Il Barça di Ronaldinho e Messi arrivava dalla Champions League vinta un anno e mezzo prima, e stava gettando le basi per quella che sarebbe stata la squadra del Triplete del 2009 (diventato poi sixtuple a fine anno) sotto la gestione di Pep Guardiola.
E sul piano infrastrutturale l’ambizione era enorme, con il presidente Joan Laporta che aveva indetto un concorso di progettazione per il restyling dello stadio Camp Nou. A vincere, e ad essere presentata ufficialmente, era stata la proposta dell’architetto inglese Sir Norman Foster (Foster+Partners), svelata al pubblico a fine settembre 2007, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’impianto.
A distanza di 14 anni, e mentre il Barça ha ormai finalizzato il nuovo progetto di restyling del Camp Nou (ve ne parliamo qui), è interessante rivedere quella proposta di Lord Foster per avere un metro di confronto con il nuovo design, e per rendersi conto di quanto tempo sia trascorso in attesa della definizione di questo fondamentale intervento per lo stadio catalano.
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Per Sir Norman Foster il 2007 era un anno di grande successo, con il nuovo stadio di Wembley appena inaugurato in primavera, e la possibilità di mettere mano al Camp Nou che lui stesso definì come “una sfida personale a cui dedicarmi completamente”. Nei programmi del Barcellona il rinnovato stadio sarebbe dovuto essere pronto nel 2012 ma quel progetto non avrebbe mai avuto seguito, con la presidenza Laporta chiusa nel 2010 e la successiva era di Sandro Rosell che accantonò l’idea.
Come sarebbe potuto diventare il Camp Nou
Il Camp Nou pensato da Lord Foster doveva essere un edificio che si ampliava sull’originale andando a valorizzare la struttura esistente, progettata da Francesc Mitjans e inaugurata nel 1957, conservandone la struttura asimmetrica in cemento armato sulla quale aggiungere un tetto retrattile sorretto da cavi e tiranti.
Fondamentalmente, l’idea di base era avvolgere lo stadio all’interno di un guscio complesso che avrebbe garantito sia la presenza della copertura totale dello stadio (una delle principali carenze del Camp Nou) e sia l’inserimento di spazi interni e servizi finalmente adeguati a un edificio contemporaneo. Non solo un rivestimento, quindi, ma una vera e propria struttura attrezzata quasi con un effetto-matrioska.
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L’immagine esterna dello stadio, oggi molto spartana e legata all’uso a vista del cemento armato, sarebbe stata completamente rivoluzionata: una pelle a scaglie variopinte avrebbe letteralmente acceso l’estetica del Camp Nou, ispirandosi ai mosaici del Park Güell di Antoni Gaudì (i cosiddetti trencadís) e definita dai colori azzurro e bordeaux (colori sociali del Barcellona) e rosso e giallo (in riferimento alla bandiera catalana). Questo gigantesco mosaico di rivestimento sarebbe dovuto essere realizzato in pannelli di policarbonato e vetro, così da poter garantire giochi di luci e ombre di giorno e una retro-illuminazione dinamica in notturna.
La capienza del rinnovato Camp Nou pensato da Lord Foster sarebbe salita a 106mila posti, con un’attenzione speciale per gli spazi di accesso e i percorsi interni e per i tifosi con disabilità. Sarebbero stati realizzati nuovi ascensori e scale mobili, oltre a un podio di servizio dedicato solo a negozi e ai media.
A settembre 2007 il Barcellona annunciò con orgoglio che i lavori sarebbero iniziati a metà del 2009 e terminati nel 2012. Nulla di tutto ciò si realizzerà mai, e il Barcellona attenderà proprio il biennio fra il 2012 e il 2014 per ragionare su un nuovo progetto di restyling del Camp Nou, poi portato avanti e finalizzato quest’anno (con vista sul 2025 e un intervento di ammodernamento per l’intera area circostante).
» per visitare Parc Guell di Antoni Gaudì, a Barcellona, trovate qui alcune info utili
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Alcune differenze fra il progetto di Lord Foster (2007) e quello di Nikken Sekkei (attuale)
Copertura esterna: ovviamente la differenza principale risiede nel rivestimento esterno. La proposta di Lord Foster puntava a un involucro che avrebbe avvolto totalmente lo stadio, mentre l’attuale progetto in via di definizione vuole liberare le facciate esterne del Camp Nou, migliorando il rapporto con l’ambiente circostante e alleggerendo la struttura complessiva.
Costi: almeno in teoria, il progetto di Sir Norman Foster partiva da una base di 250 milioni di euro (circa 300 milioni al cambio attuale) mentre l’iniziale previsione del progetto di Sekkei era di 420 milioni di euro nel 2016 (considerando solo i costi riferiti all’intervento sullo stadio).
Capienza: entrambe le proposte avrebbero portato il Camp Nou da 98mila posti a 105-106mila posti (anche se sappiamo che le attuali modifiche al progetto di Nikken Sekkei restituiranno uno stadio da 110mila posti).
Design: l’attuale progetto ufficializzato dal Barcellona non trae particolari ispirazioni dalla cultura locale, mentre il principale riferimento per Sir Norman Foster era l’arte di Gaudì nell’uso delle piastrelle e nella realizzazione delle composizioni mosaicate.
Tempistiche: la fase di cantiere per il progetto di Sir Norman Foster sarebbe dovuta durare tre anni. Dopo la presentazione del 2007, e la consegna del progetto nel 2008, i lavori sarebbero dovuti iniziare nel 2009 per completarsi nel 2012. Si parla di tempistiche simili per l’attuale progetto di Nikken Sekkei, che il Barça vuole avviare entro il 2022 e concludere nel 2025.
» Quanto vi sarebbe piaciuto il progetto di restyling del Camp Nou pensato da Lord Foster, e come lo valutate nel confronto con l’attuale design ufficializzato dal Barcellona? Scrivetecelo nei commenti qui o sui nostri profili social!
Cover image: Render complessivo del Camp Nou rinnovato secondo il concept di Foster+Partners del 2007 (img by Foster+Partners via Archilovers)
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