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Effetti e scenari urbanistici del nuovo stadio di Milano

Ragionamenti su un futuro del tutto nuovo per il quartiere.

Dai progetti su “piccola scala”, con una ricaduta sulle specifiche ricuciture urbane, a quelli su “grandissima scala”, con masterplan che modificano intere aree cittadine, la pianificazione architettonica si intreccia ormai sempre più con il territorio, in particolare se si tratta di rinnovare o ripensare edifici con una speciale vocazione pubblica, come gli stadi.

Nel caso delle proposte per il nuovo stadio di Milano, che ricadono nel percorso dei progetti su “grandissima scala”, si sta puntando a una completa trasformazione dell’area circostante, che lascerebbe soprattutto un segno indelebile su questa porzione di Milano.

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Lo Stadio Meazza visto dall’area verde del Parco “Aldo Aniasi”, lungo via Novara (photo by Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)

Com’è noto, la funzione urbana dello stadio è sempre più preponderante ma, per sua stessa natura, essendo un edificio fuori misura rispetto al tessuto cittadino, è molto complicato adeguarlo facilmente all’intorno. Ecco, quindi, che i progetti meramente architettonici in questo campo diventano sempre più progetti urbani.

Un landmark isolato

Costruito quando ancora questa zona di Milano non era Milano (ma ufficialmente all’interno dei confini di Lampugnano), ma già perfettamente inserito in un’area a vocazione sportiva, nel corso del Novecento lo stadio è entrato a far parte del capoluogo lombardo in tutto e per tutto, e oggi lo stadio si trova nella città consolidata.

La vocazione sportiva della zona non si è persa, anche se il comparto ippico è finito in parte in secondo piano, e, anche a causa di pochissimi interventi da parte del Comune e dei due club (il piccolo museo e lo shop sono ancora poca cosa, anche se viene proposto un interessante tour di visita a percorso libero che attira molti appassionati), il Meazza oggi vive in modo concreto soltanto nei giorni di partita.

Guardando l’area a grande scala, attualmente, si evidenzia subito la destinazione di molti metri quadrati all’equitazione. La presenza dello stadio, poi, è quella di un fulcro centrale dominante attorno al quale si sviluppano molte residenze con aree verdi pertinenziali e private, pochi parchi pubblici e luoghi di ritrovo e una mancanza di servizi particolarmente avvertita dai cittadini.

Leggi tutti i nostri approfondimenti sulla questione del nuovo stadio di Milano, all’interno della sezione “Dossier San Siro”

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(graphic by Dario Bezzo)

Dopo vari dibattiti e discussioni che hanno coinvolto il Comune di Milano e i club, escludendo ogni forma di partecipazione cittadina, si è arrivati a due proposte, elaborate da Manica+CMR Sportium e Populous, che dal punto di vista urbano risultano pressoché identiche. Entrambi gli studi hanno disegnato un masterplan con un nuovo stadio da circa 60mila posti, una serie di volumi che si articolano verticalmente, un’area verde che trasformerà l’immagine dell’attuale piazzale, spazi commerciali e la rifunzionalizzazione di una porzione del Meazza come testimonianza sul territorio (quest’ultima, una variazione ottenuta soltanto dopo ripetute pressioni del Comune e un parere pedissequo della Soprintendenza). L’area di circa 110mila metri quadrati dell’ex Ippodromo del Trotto, adiacente all’attuale stadio, e recentemente acquistata dal fondo Hines, sarà adibita ad uso residenziale, con un parco in continuità con la nuova area verde di progetto.

Dal punto di vista sociale e urbano, la zona di San Siro ha sempre avuto un carico rilevante ma limitato a una cadenza settimanale o poco più, in occasione delle partite. Con i nuovi progetti e l’inserimento di una serie di funzioni commerciali e di terziario, prima non presenti, il distretto sarà sempre attivo, con sensibili cambiamenti nel quotidiano e un’ulteriore pressione in occasione degli eventi.

Mentre il processo decisionale prosegue, alcuni punti rimangono ancora incognite: la vicinanza del futuro stadio alle residenze di via Tesio, la diversa viabilità, il numero di posti auto, la fruibilità del verde e l’accesso ai servizi dedicati al quartiere. Queste problematiche potranno essere risolte in parte con il progetto definitivo, una volta approvati i passaggi burocratici del caso, ma soprattutto con l’avvento della nuova quotidianità, quando tifosi e residenti saranno costretti a cambiare e adattare alcune loro abitudini.

La conservazione del Meazza all’interno di un nuovo scenario

Un’altra criticità potrebbe essere legata alla gestione dello stadio Meazza rifunzionalizzato. Per quanto sia certamente doveroso conservare una testimonianza tangibile della struttura storica, e della sua immagine architettonica, il futuro scenario sarà quasi un unicum a livello europeo: oltre al futuro progetto del nuovo stadio di Rotterdam, San Siro sarà l’unico caso di uno stadio nuovo che convive in modo così diretto con parte della struttura precedente.

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La variante di proposta dello studio Manica, con la conservazione di alcune parti iconiche dello Stadio Meazza (photo by Manica)

Oltre ai dubbi su quanto e come verrà utilizzato (l’ex Meazza sarà a gestione comunale per eventi pubblici, e a uso quotidiano sportivo per la cittadinanza), il rischio è che possa diventare un semplice grande arredo urbano inserito in un parco. Per contro, però, non si può nascondere che il progetto complessivo di rinnovamento ipotizzato ha le potenzialità per migliorare in positivo, e sensibilmente, la dinamicità urbana dell’intero quartiere.

Il possibile rilancio di tutte le zone oggi sotto-utilizzate nell’area, e che al momento fanno riferimento al Meazza come unico landmark, e il collegamento finalmente produttivo fra loro, è uno scenario fondamentale ma che andrà perseguito in modo primario e attivo, e non lasciato nell’ottica di una scontata conseguenza del progetto principale.

Questo articolo è stato redatto in collaborazione con Dario Bezzo, autore di una tesi di laurea sull’analisi dei progetti per il nuovo stadio di Milano, alla Facoltà di Urbanistica: Città, Ambiente e Paesaggio, del Politecnico di Milano

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Cover image: photo via Urbanfile.org

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