Uno sguardo su uno dei progetti più ambiziosi e rappresentativi firmati dal celebre architetto italo-inglese.
Sir Richard Rogers è scomparso all’età di 88 anni, lasciando in eredità una serie di progetti che hanno modellato il mondo contemporaneo in cui viviamo e, soprattutto, creando un’idea di architettura “high tech” che lui per primo, insieme a Sir Norman Foster, Renzo Piano o Santiago Calatrava, ha contribuito a immaginare e realizzare, intrecciando i dettami del funzionalismo all’uso delle nuove tecnologie e dei nuovi materiali.
Conosciuto al grande pubblico per progetti come il Centre Pompidou di Parigi (insieme a Renzo Piano), il Three World Trade Center di New York o gli splendidi terminal degli aeroporti di Madrid e Londra-Heathrow, Rogers era nato a Firenze nel 1933 e solo l’anno scorso aveva annunciato il ritiro dal lavoro, lasciando lo studio d’architettura che lui stesso aveva fondato nel 1977.
Anche sul piano sportivo la sua firma segnò un momento di svolta per l’architettura e per la società contemporanee: il Millennium Dome, oggi conosciuto come O2 Arena, fu allo stesso tempo un capolavoro struttura, un’enorme ambizione politica e un incubo gestionale (almeno all’inizio).
L’idea del Millennium Dome fu quasi un (triste) manifesto di tutto ciò che il governo laburista di Tony Blair non riuscirà mai a concretizzare, rispetto alle roboanti promesse e all’entusiasmo portato con l’elezione del 1997. Quella che diventerà poi una delle arene più importanti al mondo, in realtà venne pensata come un “contenitore”, l’estetica più importante della forma, all’interno tanto spazio vuoto come i proclami politici dell’epoca. In effetti quel progetto nacque soprattutto su basi di propaganda politica (e fu tecnicamente ripreso da un iter già avviato dal precedente governo) e avrebbe dovuto rappresentare il salto del Regno Unito nel nuovo millennio, simbolo tecnologico e punta massima del periodo della Cool Britannia che però si stava già sgonfiando per inerzia (qui per saperne di più).
Il Millennium Dome di Richard Rogers
Con tutto questo, comunque, Sir Richard Rogers non aveva nulla a che fare e, anzi, il suo progetto va visto come una splendida sintesi nell’uso dei materiali e delle tecnologie, in grado di produrre un edificio la cui intera struttura del tetto pesa meno dell’aria contenuta all’interno. L’aspetto di gigantesca tenda bianca, alta 52 metri nel punto centrale e definita dalla membrana PTFE con fibre di vetro, è segnata dai 12 pennoni reticolari di colore giallo accesso (con una simbologia chiaramente riferita al calendario, 12 = mesi e 52 = settimane dell’anno).
Fu costruito in appena 15 mesi per un costo complessivo di 43 milioni di sterline (meno del budget previsto) e la scelta di realizzarlo sulla penisola di Greenwich, sulla sponda sud del Tamigi lungo l’ansa del fiume verso l’Isle of Dogs, emerse da un ventaglio di candidature piuttosto trasversali: Birmingham, Derby e Londra Stratford. Greenwich vinse sia per la possibilità di riqualificare un’ex area occupata da gasometri – con una situazione geologica tremenda, fra bombe inesplose dalla II Guerra Mondiale e un’alta concentrazione di arsenico e mercurio nel terreno – ma anche, e soprattutto, perché da lì passava il meridiano zero, che poco più in là raggiunge l’osservatorio di Greenwich. Un altro dettaglio per sottolineare che era da qui che sarebbe iniziato il nuovo millennio, anche se i più attenti sapranno che, in virtù del fuso orario, il primo luogo al mondo a svoltare l’anno nuovo è Caroline Island, a Kiribati, nell’Oceano Pacifico.
Anche la scelta di festeggiare il 31 dicembre 1999, nonostante il dubbio che tecnicamente il nuovo millennio iniziasse l’1 gennaio 2001 (e non 2000), racconta molto di quello che all’epoca fu un progetto soprattutto mediatico e politico, ma che nel tempo è riuscito a diventare luogo di sport ed eventi talmente celebre da essere invidiato e copiato da molti.
In realtà, il progetto originale del Millennium Dome era stato portato avanti fra il 1995 e il 1996 dal Governo conservatore ma in scala più piccola e solo come elemento principale all’interno di una sorta di Expo britannica. Pensato come arena temporanea, in principio l’idea era quella di riconvertirlo in stadio di calcio, verso cui il Charlton Athletic fece anche un pensiero per qualche tempo, ma con l’insediamento del nuovo Governo laburista, nel 1997, il progetto fu rilanciato e portato al livello che conosciamo noi oggi, andando a sostituire in tutto e per tutto le funzioni della vecchia London Arena, situata sull’Isle of Dogs, che sarebbe stata chiusa di lì a poco.
Il design di Richard Rogers creò una superficie interna di oltre 80mila metri quadrati, all’ombra di un tetto di 320 metri di diametro (con un’estensione totale di circa 90mila metri quadrati). Il telone è sostenuto da una rete di 2.600 cavi sospesi che si agganciano ai 12 pennoni, leggermente inclinati rispetto alla verticale, e che si elevano per quasi 100 metri di altezza.
Ancorché eccezionale a livello tecnologico, comunque, il progetto dell’architetto italo-inglese fu penalizzato da un’iniziale gestione in costante perdita, con difficoltà nel calendarizzare eventi e trovare un uso continuativo della struttura. Con l’acquisto dei naming rights da parte della compagnia telefonica O2, nel 2005, per un accordo di 6 milioni di sterline all’anno, il Millennium Dome fu poi trasformato in un vero e proprio parco per eventi. L’intervento di restyling (soprattutto interno) costato 600 milioni e firmato HOK, riempì il vuoto originale sotto il tendone inserendo un’arena indoor (celebrata a lungo dalla disputa delle ATP Finals di tennis), un cinema, un club musicale, ristoranti e spazi comuni.
Oggi la O2 Arena è anche all’avanguardia nell’ecosostenibilità, e sta facendo da apripista nell’uso di turbine eoliche per la produzione di energia rinnovabile.
Il concetto è che le città contengono luoghi in cui le persone possono scambiare idee e incontrare gli altri, questa è la cosa più eccitante
Sir Richard Rogers (1933 – 2021)
» il Millennium Dome / O2 Arena è qui, su Google Maps, e si può raggiungere tramite la fermata North Greenwich, sulla linea Jubilee della metropolitana di Londra
cover image: Sir Richard Rogers, fotografato da Phil Fisk nella sua abitazione per un servizio del The Guardian dell’agosto 2017 (photo by Phil Fisk / The Guardian)
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