Una lettera del mondo culturale contro l’emendamento Sbloccastadi

Firmata dai presidenti di tre comitati tecnico-scientifici del Ministero.

L’approvazione dell’emendamento Sbloccastadi, di cui abbiamo scritto in modo più approfondito qui, non è stata considerata da tutti come una vittoria. Anzi, il mondo culturale e accademico, che si occupa della tutela del patrimonio storico-architettonico italiano (di qualunque epoca si tratti), e ne ha a cuore il destino, si è scagliato contro il testo di legge in modo piuttosto deciso.

I presidenti di tre comitati tecnico-scientifici del MiBACT, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Daniela Esposito, presidente del Comitato tecnico-scientifico per il Paesaggio, Tomaso Montanari, presidente del Comitato tecnico-scientifico per le Belle Arti, e Claudio Varagnoli, presidente del Comitato tecnico-scientifico per l’Arte e l’Architettura contemporanee, hanno inviato una dura lettera aperta al Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, spiegando le ragioni di forte preoccupazione riguardo gli scenari che l’emendamento può aprire.

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(photo by Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)

Negli ambienti della tutela, c’era stata contrarietà verso questo provvedimento fin dall’inizio, sia perché permette l’eventuale stravolgimento di stadi di conclamato valore architettonico sia, soprattutto, perché va contro le regole stesse della tutela dei beni architettonici italiani. Il pericolo, secondo Esposito, Montanari e Varagnoli, è che questo emendamento sia la “premessa per ulteriori e più gravi vandalismi”.

Qui di seguito riportiamo il testo integrale della lettera.

Egregio Signor Ministro,

L’approvazione dell’emendamento al “Decreto Semplificazioni” che sottrae gli stadi storici italiani alla protezione garantita finora dalle Soprintendenze competenti è una ferita gravissima all’obbligo costituzionale della tutela del patrimonio storico e artistico della nazione, ed è la premessa per ulteriori e più gravi vandalismi.

Si è inteso consegnare un patrimonio di grande rilevanza storica ed estetica ad interessi nemmeno calcistici in senso stretto, ma speculativi e commerciali. Questi possono trovare altrove una legittima attuazione, in accordo con le previsioni di sviluppo delle nostre città, ma non a discapito dell’identità architettonica nazionale.

Si tratta non solo del celebre stadio comunale di Firenze, che è una sorta di bandiera dell’architettura italiana del Novecento e punto di incontro di sperimentazioni costruttive e tipologiche, ma di tutta una produzione che ha visto il nostro paese all’avanguardia, prima e dopo la Seconda guerra mondiale. Rischiano ora la cancellazione dei loro valori storici ed estetici anche gli impianti messi a punto negli anni Cinquanta-Sessanta, che hanno diffuso un impiego innovativo e creativo del cemento armato in tutta la nazione. Viene colpito in sostanza il nucleo della cultura architettonica del Novecento, con possibili estensioni ad altre tipologie di edifici per lo sport o destinati a funzioni produttive: edifici che il nostro paese, di concerto con la cultura europea, sta difendendo e restituendo ad una fruizione controllata e consapevole.

Un simile emendamento ha suscitato, lo sappiamo, l’opposizione di gran parte dei docenti e degli specialisti coinvolti negli organi del MiBACT perché fa retrocedere la cultura italiana della tutela a esempio negativo per l’Europa e per il mondo intero. Già il mondo universitario e le nostre comunità scientifiche di riferimento – storici dell’arte, architetti, urbanisti, restauratori – stanno diffondendo appelli contro l’emendamento.

Questa pessima legge è in grado di aprire una breccia insanabile nel già traballante edificio della tutela, tanto più pericolante quando si parla di architettura contemporanea.

Esprimiamo quindi il nostro deciso dissenso nei confronti del provvedimento come è stato approvato, e Le chiediamo con forza di fare tutto ciò che è in suo potere per limitarne i danni e soprattutto per portarlo, alla prima occasione, davanti alla Corte Costituzionale: certi che la palese incostituzionalità di questa distruttiva leggina estiva non scamperà al vaglio del giudice delle leggi.

Certi di una cortese risposta, la salutiamo con viva cordialità

Prof. ssa Daniela Esposito
Presidente del Comitato tecnico-scientifico per il Paesaggio presso il MiBACT

Prof. Tomaso Montanari
Presidente del Comitato tecnico-scientifico per le Belle Arti presso il MiBACT

Prof. Claudio Varagnoli
Presidente del Comitato tecnico-scientifico per l’Arte e l’Architettura contemporanee presso il MiBACT

Cover image: photo by Gabriele Maltinti/Getty Images

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