allianz stadium juventus vista esterna

Come mai all’Allianz Stadium entra pochissima nebbia dall’esterno?

Un interessante spunto meteorologico definito dalla conformazione dello stadio della Juventus (e un confronto con il vecchio Delle Alpi).

Come mai all’interno dell’Allianz Stadium entra pochissima nebbia rispetto a quella che c’è in quel momento all’esterno dell’impianto? Lo stadio della Juventus gode di una situazione piuttosto favorevole rispetto ad alcune situazioni meteo esterne, e in particolare questo lo si è visto domenica sera, 6 febbraio, in occasione di Juventus-Hellas Verona.

Nel corso della serata della gara, a Torino si è abbassato un fitto nebbione che, però, non si è automaticamente riversato all’interno dello Stadium (se non soltanto molto lentamente nelle fasi finali di partita). Se fosse successo al vecchio Stadio Delle Alpi, invece, è quasi certo che la gara sarebbe direttamente iniziata con lo stesso volume di nebbia sia in campo che fuori dallo stadio. Come mai?

Tutto ha a che fare con la conformazione dello Stadium, che proviamo a spiegarvi qui di seguito, semplificando molto alcuni concetti per avere un’idea di massima della situazione(*).

juventus allianz stadium vista esterna foto cunazza
Scorcio esterno dello Juventus Stadium di Torino (photo: Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)
allianz stadium juventus sezione
Sezione dell’Allianz Stadium (img via Sport&Impianti)

Per sua stessa natura, l’Allianz Stadium impedisce un facile flusso esterno/interno a nebbia, vento e freddo, grazie alla sua struttura estremamente compatta, quasi del tutto chiusa (l’unica apertura è in alto, al centro della copertura) e, soprattutto, incassata nel terreno. Quest’ultimo dettaglio è probabilmente quello più importante, abbinato alla presenza di un involucro di rivestimento dell’edificio.

Il nuovo stadio della Juventus, inaugurato nel 2011 e firmato dallo studio GAU Arena con Studio Shesa (progetto strutturale ing. Francesco Ossola con ing. Massimo Majowiecki), è incassato all’interno di una collinetta a verde che dalle strade intorno sale verso il podio (quello che ospita il Cammino delle Stelle, per intenderci) all’altezza del secondo anello. La cavea dello Stadium si adagia poi all’interno dello sbancamento interno alla collinetta che ha creato l’alloggiamento ideale per il catino di gradinate, ottenendo di posizionare il campo da gioco a -9,00 metri rispetto ai punti d’accesso esterni del podio.

Tecnicamente, il campo da gioco risulterebbe comunque a quota 0,00 rispetto al piano stradale esterno, ma va considerato a -9,00 rispetto agli accessi principali dello stadio.

La nebbia quindi deve per forza risalire dalla collinetta e poi entrare nello stadio dall’unico punto aperto, in verticale, dal tetto. Questo perché, oltre a quanto già detto, lo Stadium è avvolto da un involucro di rivestimento in lamelle di alluminio, che chiude qualunque vuoto costruttivo eventualmente rimanente.

E al Delle Alpi? Notoriamente conosciuto come “stadio gelido e ventoso”, anche lo Stadio Delle Alpi era posizionato sulla stessa collinetta a verde (che infatti è stata mantenuta e adeguata al nuovo progetto) ma aveva molte più carenze dal punto di vista della forma. Inaugurato nel giugno 1990, alla vigilia dei Mondiali italiani, l’ex stadio di Juventus e Torino aveva dimensioni estremamente dispersive (l’attuale Stadium potrebbe incastrarsi al suo interno, occupando poco più del vecchio primo anello), una struttura totalmente aperta sui lati nord e sud e ulteriormente aperta fra secondo e terzo anello – e fra terzo anello e copertura – che erano appoggiati uno sull’altro e non avevano un involucro di rivestimento esterno a concludere l’edificio.

stadio delle alpi torino vista interna panoramica
Vista interna panoramica dello Stadio Delle Alpi di Torino, durante i Mondiali di calcio di Italia 90 (photo: Wikimedia Commons / pubblico dominio)

foto Wikimedia Commons / pubblico dominio

Freddo, nebbia e vento, quindi, entravano facilmente da quasi da tutti i lati, e ovviamente dall’alto, e venivano condotti in un vortice naturale all’interno dello stadio, favoriti dall’ampia forma ovale dell’impianto e dalla bassa pendenza in particolare del primo anello.

Al contrario, nel nuovo Stadium, l’insieme di forme compatte e chiuse e la struttura incassata nel terreno obbligano la nebbia e il vento a dover idealmente risalire la collinetta e ridiscendere all’interno dell’impianto solo in verticale dall’alto. Un percorso più complicato e lento, con conseguenze negative sulle partite che risultano minimizzate in modo quasi totale.

(*) ovviamente bisognerebbe parlare di flussi d’aria, temperature, tempistiche ecc ma questo articolo intende presentare una spiegazione volutamente semplificata per capire l’efficacia tecnica di alcune soluzioni dimensionali del nuovo Stadium rispetto al vecchio Delle Alpi

© Riproduzione Riservata

Total
0
Shares
Potrebbero interessarti
Total
0
Share