Cosa va bene e cosa ancora no nell’idea del nuovo stadio ducale.
Si sta aprendo il percorso verso il nuovo stadio del Parma, dopo che la Conferenza dei Servizi preliminare ha studiato la fattibilità della proposta di restyling dello Stadio Tardini, approvandola ma con una serie di prescrizioni. A grandi linee, dopo questo primo ok iniziale (con il via libera anche dalla Giunta comunale), dovrà concludersi la fase del progetto preliminare, seguita dalla dichiarazione di pubblico interesse da parte del Comune che condurrà infine alla realizzazione del progetto definitivo (e alla vera concretizzazione del progetto).
Prima di tutto questo, però, vanno analizzate le prescrizioni emerse dalla valutazione in sede di Conferenza, ed emesse dai vari organi e soggetti istituzionali preposti alle valutazioni tecniche, urbanistiche e di sicurezza.
Un primo snodo di discussione sarà l’impatto sull’inquinamento dell’aria che avranno le attività dirette e indirette in fase di cantiere, ma anche in fase di successivo esercizio del nuovo stadio. In questo senso, saranno richiesti studi specifici sui veri valori previsti di inquinamento dell’aria (in particolare per l’incremento degli ossidi di azoto e delle polveri sottili), e l’analisi dovrà prevedere una proposta di compensazione per azzerare l’emissione degli inquinanti.
Sempre dal Comune, una delle osservazioni principali riguarda l’insediamento di funzioni che attualmente il piano regolatore cittadino non prevede. Per realizzare lo stadio con tutte le caratteristiche e i servizi accessori immaginati dal club, quindi, sarà necessario variare gli attuali strumenti urbanistici.
Dubbi e fattibilità dall’approvazione preliminare per il restyling del Tardini di Parma
Entrando più nello specifico, sono emerse perplessità sull’uso del rivestimento in corten: costo elevato, eventuale surriscaldamento, potenziale insediamento di volatili (con problemi di gestione e sicurezza) e possibile dilavamento/deterioramento del materiale con conseguente inquinamento e detriti su suolo pubblico. Questo appunto era già emerso anche da alcune critiche mosse dalla cittadinanza, e andranno fatte valutazioni mirate costi/benefici per capire se davvero non ci siano alternative migliori.
Per quanto concerne l’area Patrimonio del Comune, la versione aggiornata della proposta ha rinunciato alla demolizione della scuola Puccini (adiacente allo stadio), annullando di fatto tutte le critiche che erano state mosse dalle associazioni di quartiere (su Archistadia ve ne avevamo parlato qui) ma, al contempo, non dando più una soluzione al problema dell’ingresso sud dello stadio – attualmente ricavato proprio attraverso una parte del cortile della scuola. Sul tema del parcheggio sotterraneo, inoltre, la possibilità che coinvolga parte di piazza Risorgimento costringerà il Comune a una procedura di sdemanializzazione del bene, con ulteriori delibere e passi burocratici che potrebbero allungare l’iter generale.
Rientrerà in questo discorso anche un parere della Soprintendenza, dato che la demolizione della parte inferiore delle vecchie tribune farà scattare automaticamente la procedura di valutazione per un’opera più vecchia di 70 anni (qui per sapere come funziona la procedura di “Verifica dell’interesse culturale” da parte della Soprintendenza, oppure qui).
Nell’esaminare la proposta di progetto per il restyling dello stadio del Parma, è stata considerata l’ipotetica demolizione delle attuali torri faro. In concessione con alcune società per ospitare antenne di segnale di telefonia mobile, la loro demolizione senza soluzioni alternative potrebbe creare disservizi di rete alla cittadinanza oltre ad aprire contenziosi con le società interessate. Anche il piano economico-finanziario dell’opera, con la previsione della durata della concessione e del relativo diritto di superficie, è passato al vaglio della Conferenza, con un focus specifico sui costi di manutenzione e gestione futuri. Ovviamente, maggiori dettagli sul piano economico saranno chiari solo con il passaggio al progetto definitivo.
Il Parma aveva presentato il concept per il restyling dello stadio Tardini ad aprile 2021, a cui ora la società ha fatto seguire una proposta di richiesta del diritto di superficie per una durata di 90 anni (aumentati rispetto ai 50-60 inizialmente previsti, anche per bilanciare l’assenza di un cofinanziamento pubblico e il divieto di realizzare edilizia abitativa nell’area). L’investimento complessivo si aggirerebbe intorno ai 90 milioni di euro (tutti a carico del neo-proprietario del club, l’americano Kyle Krause), di cui lavori di demolizione e ricostruzione per 67 milioni.
Ricapitolando, il restyling dello stadio Tardini di Parma passa ora da una serie di step consecutivi: chiusura del progetto preliminare; valutazione di pubblico interesse da parte del Comune; redazione del progetto definitivo; valutazione complessiva nei 120 giorni successivi; approvazione e bando di gara per la realizzazione del progetto. La strada è ancora lunga, ma il primo passo è stato fatto.
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