Risvolti sociali e calcistici radicati in una parte di Amburgo.
Se il Regno Unito ha prodotto, più di un secolo fa, il primo modello-guida per gli stadi di calcio, la Germania ne è diventata l’esempio di rinnovamento più continuo e importante, e lo capiamo nello stadio del St Pauli, ad Amburgo, il Millerntor Stadion. Analizzando gli impianti delle 33 squadre tedesche fra Bundesliga e 2.Bundesliga (al 2015), emerge che 14 stadi sono stati costruiti prima del 1945 (fine della II Guerra Mondiale) e 19 dal Secondo Dopoguerra in poi. Fra questi, sono 20 gli impianti che, dal 1945 a oggi, hanno subìto opere di ristrutturazione: cioé tutti i 14 pre-conflitto, più 6 tra quelli “recenti”.
Dunque, se gli inglesi hanno fornito il “modo”, i tedeschi sono sempre stati maestri nel “quando”, trasformando la necessità di intervenire in lungimiranza e praticità dell’operazione. E ad Amburgo troviamo proprio uno di questi modello da analizzare: uno stadio relativamente piccolo, per una squadra non di prima fascia, ma con una storia e un’identità ben precise e mai mutate nel tempo.
Il Millerntor-Stadion, casa dell’FC St Pauli, è tra gli impianti edificati in Germania “per necessità” fra gli anni ’50 e ’70 del Novecento: l’urgenza post-bellica di ricostruire dopo i bombardamenti del conflitto mondiale (il primo campo di gioco del club era sempre nella zona di Heiligengeistfeld) e la volontà di seguire il riassetto urbanistico della città (il secondo impianto, 1946-1961, era situato tra Glacischausse e Budapester Straße, dove oggi c’è il parco pubblico Planten un Blomen).
Il nuovo Millerntor
Il nuovo stadio, quindi, resta nel quartiere e viene inaugurato nel 1963, costituito prevalentemente da gradinate su semplici terrapieni. La capienza è di 32mila posti, subito ridotta a 20mila circa perché, in fase di costruzione, non viene inserito alcun sistema di drenaggio del campo e gli allagamenti diventano una pessima abitudine per la vita sportiva dell’impianto. Il nome, “Millerntor”, deriva dalla Porta di Millerntor, uno degli ingressi all’antica città di Amburgo, ai tempi della Lega Anseatica. Nel 1970 lo stadio viene intitolato a Wilhelm Koch, presidente del club scomparso l’anno precedente, e la denominazione Wilhelm-Koch-Stadion dura fino al 1998, quando si decide di tornare al vecchio nome (anche a causa di presunti trascorsi dell’ex presidente con il Partito Nazista, emersi solo successivamente).
Intanto lo stadio viene in parte ristrutturato e ampliato, nello specifico con la costruzione di un settore con posti a sedere in una delle due gradinate dietro le porte (una soluzione inizialmente temporanea, che resisterà dal 1988 al 2012). In larga parte, comunque, le gradinate sono a posti in piedi su tre lati, più la tribuna principale coperta, con posti a sedere.
Fra le curiosità dello stadio va menzionato il treno in miniatura: sì, perché nel settore VIP della tribuna Sud, dal 2010, è stato installato un trenino che corre lungo la balaustra ogni 5 minuti, portando salsicce e snack vari all’interno di ogni suo mini-vagone, così da fornire un servizio-ristoro ai tifosi senza che questi debbano alzarsi dal loro posto.
Dagli anni ’90 inizia a farsi strada l’idea di un nuovo progetto, il cosiddetto Sport-Dome, pensato come uno stadio contemporaneo con solo posti a sedere, un hotel e un centro commerciale annesso. I residenti e i tifosi si oppongono con fermezza, andando contro l’idea di “commercializzazione” dello stadio ma opponendosi anche al possibile aumento del prezzo degli affitti nell’area circostante.
Dal 2006, quindi, partono i lavori di ampliamento dello stadio già esistente. Secondo un preciso crono-programma, a partire dalla tribuna sud, le gradinate vengono demolite e ricostruite una per volta, permettendo così l’utilizzo dell’impianto nonostante i lavori in corso. Da stadio a un unico livello si passa a gradinate coperte su due livelli e, in particolare, la gradinata Sud si collega senza soluzione di continuità alla tribuna Ovest. Viene anche sostituito l’impianto di illuminazione, implementando un sistema di fari posti sulle coperture al posto dei vecchi (classici) lampioni con i riflettori.
La torre-fortezza del St Pauli
La tribuna Est, la Gegengerade, diventa uno degli elementi di spicco del nuovo stadio. Disegnata dallo studio d’architettura art.te.plan GmbH di Dortmund, e ultimata nel 2012, presenta una regolare facciata in mattoni rossi, di grande impatto, con due ampie fasce orizzontali aperte, a balconata. Dall’esterno, quindi, si apprezzano i pilastri e le scale di distribuzione in un rosso acceso, che contribuiscono a movimentare l’intero complesso. All’interno, al primo livello la capienza è di 10.126 spettatori in piedi, più 3mila circa a sedere al livello superiore.
Parte “integrante” dell’impianto, che sottolinea ancora di più il legame con il quartiere e la storia nazionale, è tutt’oggi il Flakturm IV, l’incombente e misterioso edificio situato alle spalle della gradinata Nord. Si tratta di una torre-fortezza (ne esistono 8 in totale tra Germania e Austria, attualmente) costruita dall’esercito nazista durante la Seconda Guerra Mondiale: si sviluppa su 6 piani interni e oggi è un club di grande importanza nel panorama musicale locale.
Il Millerntor Stadion, quindi, non è soltanto un impianto che è riuscito a evolversi nel tempo, conservando la sua identità, ma è soprattutto una testimonianza della storia sociale e calcistica della Germania e della passione irriducibile dei tifosi del St Pauli.
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