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Perché lo stadio di Milano si chiama “San Siro”?

Anche se bisogna mettere ordine fra nome ufficiale, soprannome e denominazione storica.

Stadio Giuseppe Meazza di Milano in San Siro. Sarebbe questa, attualmente, la denominazione ufficiale completa dello stadio della città di Milano, inaugurato nel 1926, e che nel linguaggio comune per tutti è semplicemente “San Siro”.

Il 19 settembre 1926 l’impianto viene inaugurato con la disputa del derby Milan-Inter (risultato finale 3-6). Il territorio sul quale fu costruito lo stadio all’epoca faceva parte dell’ex Comune di Trenno, accorpato a Milano appena due anni prima, e il nuovo edificio era stato pensato come un elemento centrale dell’area polisportiva cittadina che comprendeva l’adiacente Ippodromo del Trotto.

Il nome dell’impianto fu inizialmente “Stadio Calcistico di San Siro” e derivava molto semplicemente dal nome del quartiere in cui era (ed è tutt’oggi) inserito.

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Chi era San Siro?

Già, San Siro. Il nome che oggi è del quartiere (e di conseguenza dello stadio) deriva dalla Chiesa di San Siro alla Vepra, edificio di culto costruito prima dell’anno 1000 d.C. e di cui oggi resta visibile soltanto l’abside, addossata a una villa in via Masaccio, appena al di là di piazzale Lotto, a circa 3 km dallo stadio Meazza.

Secondo fonti agiografiche postume, Siro era il ragazzo che portò a Gesù la cesta con i pani e i pesci moltiplicati, come raccontato nell’episodio del Vangelo. Successivamente, si narra che raggiunse l’Italia insieme a San Pietro e fu inviato a catechizzare il Nord Italia, diventando figura riconosciuta e celebrata soprattutto a Pavia.

Un caso di omonimia si verifica poi intorno al IV secolo, quando la diocesi di Pavia vede l’arrivo del vescovo Siro (di cui esistono registri scritti che ne certificano l’esistenza). Il Santuario principale di Siro (vescovo) è il Duomo di Pavia, con un altare in suo onore all’interno, ed è tecnicamente lui a essere venerato come santo dalla Chiesa Cattolica. In realtà, però, la presenza del Siro del Vangelo nel pavese ha trovato conferme molto forti negli ultimi due secoli, in particolare dopo il ritrovamento di una tomba interrata nella Basilica dei SS. Gervasio e Protasio (sempre a Pavia), con un tipo di incisioni che ne attestano l’epoca attorno al I sec. d.C..

La Vepra, invece, era un affluente della Vettabbia, canale agricolo (o naviglio) che nasce interrato a Milano e sfocia poi nel Lambro. Oggi la Vepra non esiste più ma in tempi antichi, al momento della costruzione della Chiesa, sia il culto di Siro che la presenza del piccolo affluente erano elementi culturalmente pregnanti per quello che era un piccolo agglomerato di case rurali lungo la via da Milano a Novara.

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Vista esterna dell’abside dell’originale Chiesa di San Siro alla Vepra, Milano (img: Antonio Cunazza – vietata la riproduzione)

Dunque lo stadio di S. Siro sarà intitolato a Giuseppe Meazza, ritenuto il più grande calciatore italiano finora esistito, per di più milanese. Buona idea; ma ai vecchi appassionati, ai «tifosi» di Meazza può darsi che vada un po’ storta.

Meazza infatti non giocava solitamente a San Siro, ma cornice alle sue invenzioni erano gli spalti neoclassici dell’Arena. Lì giocava l’Inter […]. Dunque a Giuseppe Meazza sarebbe stato più preciso intitolare l’Arena.

E’ vero però che a San Siro lui segnò il gol più famoso della sua carriera, al portiere dell’Austria Hiden, nel primo tempo della partita in cui per la prima volta l’Italia riuscì a prevalere sul «Wunderteam», la squadra delle meraviglie danubiana. Partito da metà campo (gli spettatori si alzarono in piedi sperando nel prodigio) Meazza arrivò diretto fin nella rete avversaria dopo avere seminato i terzini, attirato in uscita e scavalcato il portiere con un passo da minuetto. Era il 1931.

da L’Unità, 1 Ottobre 1979, pag. 9

Lo stadio, quindi, continuò a chiamarsi “San Siro” fino alla fine degli anni ’70 quando, a seguito della morte di Giuseppe Meazza (ex calciatore dell’Inter e, anche se per un periodo più breve, del Milan), il Comune di Milano deliberò di intitolare l’impianto alla sua memoria, in concomitanza con l’inizio del campionato 1979-1980 – e poi, ufficialmente, dal 2 marzo 1980.

Giuseppe Meazza (1910-1979) è stato uno dei calciatori più importanti e forti della storia italiana, campione del mondo 1934 e 1938 e miglior marcatore della storia dell’Inter, con cui giocò 14 stagioni. Oggi una targa ricorda la decisione di intitolargli lo stadio e ne celebra la memoria, con la frase: “A Giuseppe Meazza, espresso dal suo cuore generoso, il popolo di Milano intitola questo glorioso stadio più volte illuminato dalle sue gesta d’atleta”.

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