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Storia del progetto mancato per lo stadio della Reggina

Il progetto (mai realizzato) per sostituire il vecchio Comunale di Reggio Calabria.

Come sarebbe potuto essere lo Stadio Granillo? Dove avrebbe potuto giocare la Reggina dal Duemila in poi, con in mezzo otto stagioni in Serie A e alcuni dei momenti sportivi più importanti per il club e la sua gente? Per capirlo, serve ripercorrere le fasi di studio e dibattito che, per un certo periodo, dall’inizio degli anni ’80 in poi, ruotarono attorno all’ipotesi della costruzione di un grande stadio per Reggio Calabria, che sostituisse il vecchio e storico Comunale.

In quel momento, il futuro Granillo avrebbe potuto diventare uno stadio all’avanguardia, polifunzionale, con un’importante traccia estetica e architettonica e spazi e servizi al pubblico quasi in anticipo sui tempi. Ma le cose presero una piega diversa, nonostante una proposta iniziale che sembrava perfetta per la città e il club.

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Vista aerea dello Stadio Comunale di Reggio Calabria.

Lo Stadio Comunale di Reggio Calabria era l’impianto di casa della Reggina fin dal 1932 ma la capienza di 12mila posti di inizio anni ’80 era ormai ufficialmente considerata inagibile. La Reggina riusciva a giocare regolarmente le sue gare ufficiali fra Serie C e Serie B al di là dei regolamenti vigenti, in particolare grazie a deroghe e permessi che venivano firmati personalmente dai sindaci della città praticamente di settimana in settimana. Provvedimenti eccezionali, che permettevano al club di continuare la sua routine sportiva ma che non cancellavano la realtà di un impianto con gravi carenze strutturali.

La costruzione di una nuova curva Nord fu uno degli ultimi tentativi di rinnovare il Comunale, realizzando una gradinata ben più capiente dell’opposta curva Sud (e che diventò per un periodo il nuovo bastione dei tifosi di casa), ma l’impianto rimaneva ben al di sotto degli standard minimi per accogliere il pubblico e si iniziò a parlare con insistenza del nuovo stadio.

Nonostante una proposta di realizzare l’impianto in un’altra zona della città (quartiere Gallico, lungo la strada che porta verso il comune di Gambarie), ritenuta però complicata dal punto di vista burocratico ed economico, la svolta arrivò nel 1994 grazie a un comitato di club di tifosi che decise di occuparsi della cosa in prima persona e trovò la collaborazione dell’ingegnere (e tifoso amaranto) Nino Romeo.

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Render con vista dall’alto della proposta preliminare di progetto per il nuovo stadio della Reggina, firmata dall’ing. Romeo nel 1994 (img via StrettoWeb)

Romeo, aiutato da Oreste Granillo (indimenticato ex presidente della Reggina, a cui è oggi intitolato lo stadio del club), e dall’ing. Saverio Mandetta, si occupò di studiare le normative e vagliare ogni possibile soluzione tecnica, relazionandosi con Coni e Figc e valutando tutta una serie di casi-studio di confronto già realizzati. Il risultato fu la certezza di poter intervenire sul Comunale con un restyling virtuoso che avrebbe trasformato l’impianto in uno stadio moderno e perfettamente integrato con la rete viaria circostante – che, anzi, sarebbe stata un elemento favorevole per il deflusso, viste le dimensioni delle strade e gli spazi di manovra.

Ne nacque un progetto di valore, basato su uno stadio basato sulla forma di un superellisse con 28mila posti di capienza e due anelli di gradinata, e spazi commerciali e sociali al piano terra nella pancia della Tribuna Est. Sotto la Tribuna Ovest, invece, la proposta era di inserire due palestre per il riscaldamento delle squadre e per le attività sportive settimanali, e in generale l’intero edificio sarebbe rimasto racchiuso all’interno del perimetro del vecchio Comunale, risultando in un progetto ottimizzato al meglio anche dal punto di vista dimensionale.

Purtroppo, però, quella che era un’eccellente idea sulla carta si trasformò in una battaglia politica pretestuosa. Alla consegna del progetto all’allora sindaco Italo Falcomatà seguirono critiche da parte dell’opposizione ma, per contro, anche la valutazione positiva del Credito Sportivo che stanziò 18 miliardi di lire per la sua realizzazione (nel novembre 1994). Il parere favorevole arrivò anche dal Coni a inizio 1995, in particolare per la scelta del carattere polisportivo dell’edificio.

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Render con vista prospettica della proposta preliminare di progetto per il bando del nuovo stadio della Reggina, firmata dall’ing. Sorrento (img via StrettoWeb)

L’iter burocratico proseguì fino alla pubblicazione del bando il 31 marzo 1995, al quale parteciparono varie ditte che si attenevano tutte al progetto preliminare dell’ing. Romeo. Tranne una (la ditta Ferrocemento), che il 22 gennaio 1996 si aggiudicò il bando per 12 miliardi di lire (che poi diventeranno in ogni caso di più, e supereranno anche i 18 stanziati dal Credito Sportivo) e che stravolse praticamente tutto dell’idea iniziale: l’anello originale diventò una pianta a quattro gradinate indipendenti fra loro che però, per accogliere comunque i 28mila posti previsti, invasero le strade circostanti togliendo spazio all’esterno dell’impianto – cosa che il progetto preliminare non faceva.

I seggiolini furono ridotti in larghezza, diventando di 45 cm (quindi meno dei 48 cm richiesti dai regolamenti internazionali), così come furono ristretti gli spazi di sicurezza e di deflusso del pubblico. Non a caso, la Prefettura non diede l’agibilità, e la Reggina per varie stagioni giocò nel “nuovo” stadio ancora grazie alle deroghe eccezionali firmate dal sindaco.

All’assegnazione del bando seguirono anche i ricorsi del consorzio ATI che era finito secondo in graduatoria con il progetto firmato dall’ing. Antonio Sorrento per uno stadio pensato sullo stile del Ferraris di Genova (e certamente di gran lunga più rispondente alle linee guida del bando stesso). L’iter processuale non si risolse mai e cadde in prescrizione, mentre la Reggina saliva in Serie A e il nuovo stadio “Oreste Granillo” veniva inaugurato il 18 settembre 1999, nella seconda giornata di campionato per la sfida contro la Fiorentina.

Adeguato e migliorato in tempi recenti, il Granillo è infine diventato luogo di storia e momenti indimenticabili per i tifosi della Reggina, in particolare grazie alle imprese della squadra in Serie A, ma va anche ricordato come un’occasione persa e per ciò che sarebbe potuto essere: un gioiello per la Reggina, per Reggio Calabria e per il calcio del Sud Italia.

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Render con vista dall’alto della proposta preliminare di progetto per il nuovo stadio della Reggina, firmata dall’ing. Romeo nel 1994 (img via StrettoWeb)
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Pianta di progetto nella proposta preliminare per il nuovo stadio della Reggina, firmata dall’ing. Romeo nel 1994 (img via StrettoWeb)
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Sezioni di progetto nella proposta preliminare per il nuovo stadio della Reggina, firmata dall’ing. Romeo nel 1994 (img via StrettoWeb)
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Scorcio interno dell’attuale Stadio Granillo di Reggio Calabria (photo by Archistadia, 2019, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)
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La Curva Sud dello Stadio Granillo (photo via Reggina 1914)

Dopo aver visto le immagini del “previsto” nuovo stadio della Reggina, cosa ne pensate? Vi sarebbe piaciuto il progetto inizialmente pensato nella proposta preliminare? Scrivetecelo qui nei commenti o sui nostri social!

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