Una puntata della nostra rubrica “Stadi nel Cinema”.
Nel dire addio a Paolo Villaggio (1932-2017), uno dei più grandi attori comici del cinema italiano, non c’è una sola battuta o una singola scena che si può mettere prima di un’altra per ricordarlo al meglio. Abbiamo pensato, quindi, che sarebbe stato curioso e divertente andare a scoprire gli stadi che sono comparsi nei suoi film.
Forse vi verrà in mente il terreno di gioco dell’epica partita Scapoli vs Ammogliati, che non possiamo considerare uno stadio, certo, ma si trovava in zona Marconi, a Roma, sul Lungotevere Dante. Si chiamava “il Campaccio” e oggi, al suo posto, ironicamente, c’è proprio un complesso sportivo. Ma fra Roma e una capitale europea, ci sono davvero alcuni stadi che sono serviti come sfondo per i film di Paolo Villaggio. Scopriamoli insieme.
I Giochi Olimpici Aziendali
Organizzati dal Mega Direttore Naturale, nel film “Fantozzi subisce ancora” (1983), i famigerati Giochi Olimpici che mettevano in competizione i dipendenti dei diversi reparti dell’azienda furono messi in scena allo Stadio Quinto Ricci, ad Aprilia. L’impianto si scorge piuttosto bene in alcune scene a campo largo sul terreno di gioco, mentre la vecchia tribuna (oggi sostituita da una struttura più ampia) si intravede quando Paolo Villaggio alias Fantozzi sale i gradini per accendere il braciere sotto gli occhi del Mega Direttore.
Oggi lo Stadio Quinto Ricci ospita le partite interne dell’FC Aprilia (attualmente in Serie D), ma fra il 2014 e il 2016 fu la casa della Lupa Roma nelle stagioni in cui il club giocò in Lega Pro.
Da Roma e Londra… e ritorno
Dall’Italia dobbiamo volare in Inghilterra perché, nel 1995, esce nelle sale “Io no spik Inglish”, nel quale Paolo Villaggio sveste i panni di Fantozzi e indossa quelli di un assicuratore di mezza età, che deve imparare a tutti i costi la lingua inglese per conservare il posto di lavoro.
A un certo punto, nel corso del film, Villaggio decide di andare ad Highbury per seguire la partita Arsenal-Sampdoria insieme al gruppo di giovani studenti con i quali segue il corso di inglese. Quella partita si giocò davvero, il 20 aprile 1995: era la semifinale d’andata di Coppa delle Coppe e terminò 3-2 per gli inglesi, che poi passarono il turno (perdendo la finale contro il Real Zaragoza). Villaggio si ritrova in gradinata vestito da tifoso locale, in mezzo agli altri Gooners, mentre le scene si alternano con riprese reali del match girate da bordo campo, e alcune panoramiche dello stadio.
Le immagini vogliono simulare la presenza di Villaggio e dei suoi amici in gradinata Clock End, che era la tribuna storicamente suddivisa fra settore di casa e settore ospiti ad Highbury. In realtà, però, le colonnine di acciaio che si intravedono sullo sfondo non sono i pilastri in cemento armato della tribuna originale, ed è probabile che le scene siano state girate semplicemente ricreando una piccola tribunetta ad hoc (anche se, più in generale, molte scene del film furono davvero girate in luoghi di Londra).
Rientrando in Italia, e tornando un po’ indietro nel tempo, c’è ancora uno stadio che compare nei film di Paolo Villaggio, seppur molto di sfuggita: si tratta dello Stadio dei Marmi, a Roma, lo storico impianto adiacente allo Stadio Olimpico. In “Fantozzi contro tutti”, del 1980, se ne intravedono alcune statue, nascoste fra gli alberi, e inquadrate dalla finestra della sala mensa, mentre gli impiegati aziendali armeggiano con i famosi “rosarioni giganti” dopo la scomparsa del Direttore Ereditario all’età di 106 anni.
Il calcio compare anche in altri momenti dei film di Paolo Villaggio: la “guerra” fra autobus, tra i tifosi di Italia e Scozia; l’indimenticabile “Scusi, chi ha fatto palo?” durante la radiocronaca del fantomatico 21-0 di Italia-Inghilterra; o ancora, Fantozzi che riceve gli insegnamenti per diventare il perfetto hooligan (interpretato da Pierfrancesco, figlio di Paolo Villaggio) in “Fantozzi alla riscossa”. E, come abbiamo visto, ci sono stati anche tre stadi di calcio, così lontani sia geograficamente che nelle rispettive storie sportive, ma uniti dalla sagace ironia dei film di un grande e indimenticabile attore italiano.
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