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Archistadia incontra i creatori dell’app “Groundhopper”

Lars Erik Bolstad e Geir Florhaug, i norvegesi autori dell’app “da stadio”.

Più di 8mila stadi e oltre 300 campionati fra cui scegliere sono il meglio che ogni appassionato di calcio potrebbe desiderare. Si tratta del database di Groundhopper App (Futbology App, dal dicembre 2019), un’app mobile molto semplice e intuitiva che permette di registrare la presenza allo stadio ogni volta che andate a vedere una partita.

Il sogno di ogni appassionato di calcio e di viaggi, definito dal neologismo inglese “groundhopper”, per l’appunto, che rappresenta una passione, ma anche uno stile di vita. Nato intorno agli anni ’70 in Inghilterra come un hobby, si è diffuso in particolare nel nord Europa, dagli anni ’80, e ormai un po’ ovunque: significa viaggiare in giro per il mondo da uno stadio all’altro in occasione delle partite, proprio per poter vedere e visitare il maggior numero possibile di luoghi, squadre e stadi.

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(graphic by Futbology App)

«Sono cresciuto in una piccola cittadina in Norvegia e la prima volta che sono andato a una partita è stato a 7 anni, circa, con mio papà», mi racconta Lars Erik Bolstad, uno dei due fondatori dell’app. «In quegli anni il nostro club locale era una delle squadre più forti del paese e, per molti anni, abbiamo continuato ad andare alla partita ogni settimana. La mia grande passione, però, come per molti altri ragazzini scandinavi della mia generazione, era il calcio inglese».

«Ognuno di noi tifava per un club inglese specifico e ogni fine settimana guardavamo una delle partite trasmesse dalla tv norvegese. Fin da piccolo il Manchester United è stato la mia squadra, e lo è ancora oggi, ma ci volle molto tempo perché riuscissi ad andare a Old Trafford a vederli dal vivo. Quello resta uno dei miei ricordi migliori, ancora oggi».

Spesso, le dimensioni e l’impatto visivo di uno stadio di calcio sono le caratteristiche che emozionano un bambino alla sua prima volta alla partita. Anche se, crescendo, si tende ad apprezzare anche altre cose, come il piacere stesso di vedere nuovi luoghi. «Nonostante io sia uno dei creatori di questa app, sembra strano ma non mi considero a tutti gli effetti un groundhopper. La mia più grande passione è sempre stata quella di vedere una partita di calcio, mi ritengo soprattutto un tifoso del gioco. Ma, ovviamente, la possibilità di visitare stadi nuovi l’ho sempre vissuta con entusiasmo e, col tempo, ho imparato ad apprezzarlo sempre di più. Credo che questa app stimoli proprio questo: la voglia di visitare uno stadio nuovo per il piacere di vederlo e di aggiungerlo alla lista!».

«Siamo in due dietro alla creazione e alla gestione di questa app: il mio amico Geir (Geir Florhaug, ndr) e io. Abbiamo viaggiato a lungo insieme per vedere partite di calcio e, a un certo punto, ci è venuta l’idea di creare qualcosa che potesse tener traccia delle gare e degli stadi visti. Ci siamo accorti che non esisteva ancora nulla del genere e abbiamo deciso di crearlo noi. Io sono un programmatore di software per lavoro, mentre Geir è nel settore creativo e ha grandi doti di grafica e design. In realtà questa app è qualcosa a cui lavoriamo nel nostro tempo libero, il nostro “hobby”, ma ci riempie di gioia vedere quanto sia apprezzata da molte persone in giro per il mondo».

«L’obiettivo principale dell’app è tenere traccia delle partite e degli stadi visti dal vivo e, in seconda battuta, dare la possibilità alle persone di sapere se ci sono partite in programma nei dintorni del luogo dove si trovano». Il database dell’app Futbology è enorme, con calendari aggiornati continuamente in abbinamento alla funzione GPS, che offre la possibilità di trovare una partita nelle vicinanze, ovunque ci si trovi (anche in viaggio). Inoltre, grazie all’archivio fornito dall’app, si possono aggiungere tutte le partite viste in passato, anche in stadi ormai non più esistenti, creando automaticamente il proprio “storico”, scaricabile successivamente anche in formato-elenco sul vostro pc, e le statistiche suddivise per stadi, squadre e nazioni.

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(photo by Futbology App)

«Esiste anche un aspetto competitivo, indirettamente proposto dalla struttura dell’app. Il sistema fornisce ogni sorta di classifica, indicizzata per diversi temi: stadi più visti, squadre più viste, campionati completati (quando si è stati almeno una volta nello stadio di ogni squadra che compone una lega, ndr), nazioni visitate». La parte divertente e stimolante dell’app, infatti, sta proprio in questo: le classifiche tematiche permettono di scalare posizioni “contro” gli altri groundhopper del mondo. Si può diventare il n.1 dei visitatori di un determinato stadio o di una squadra specifica, oppure essere il tifoso che ha viaggiato in più nazioni diverse.

Nell’inserire le proprie partite viste, l’app permette anche di creare da zero un match eventualmente non presente nel database, inserendo data, squadre, stadio, risultato e breve descrizione. Inoltre, gli utenti possono contribuire volontariamente alla parte grafica dell’app, inviando foto ad alta risoluzione che verranno utilizzate per la pagina-profilo di ogni stadio, con riferimento copyright all’autore.

«L’aggiornamento dei campionati è un processo in gran parte automatizzato. Ci appoggiamo a varie fonti online ufficiali e inseriamo i risultati giornalmente, mentre i calendari delle partite vengono aggiornati circa una volta alla settimana. In ogni caso ci vuole sempre qualche correzione manuale da parte nostra, prima di mettere tutto online. Ma siamo aperti all’aiuto dei fan, grazie al modulo-feedback accessibile tra le opzioni dell’app, per suggerire l’inserimento di uno stadio, o segnalare correzioni a determinati dettagli di qualche partita».

Parlando di stadi contemporanei, Lars conferma di apprezzare soprattutto gli impianti senza la pista d’atletica: «Se non c’è la pista, e non ci sono i pali di sostegno del tetto che mi ostruiscono la visuale, io sono contento». Mentre Geir rivela: «Consiglio sempre a tutti lo stadio del Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch FC, in Galles, solo per l’esercizio linguistico che comporta!».

Si scopre, allora, che Lars ha una particolare passione per i gli stadi italiani, soprattutto in occasione dei derby: «Sono stato a San Siro varie volte per il derby di Milano, ed è fra i miei migliori ricordi di sempre, ma anche Torino allo Stadio Olimpico, e in generale ogni stracittadina in Italia». Mentre Geir punta sulla Germania «Tra gli stadi più grandi probabilmente la scelta giusta è il Westfalenstadion di Dortmund», con un’opzione intrigante: «Il Guldensporen Stadion in Belgio, casa del KV Kortrijk, dove la tifoseria di casa canta e tifa senza sosta tutto il tempo, su gradinate tipiche di un semplice stadio anni Settanta all’inglese».

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(photo by Antonio Cunazza, tutti i diritti riservati – vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore)

Ogni stadio è spesso legato a ricordi molto particolari, o a partite indimenticabili, e anche per Lars e Geir il groundhopping è anche una questione di ricordi. «Il mio ricordo migliore di sempre è allo Stade Vélodrome di Marsiglia, il 23 giugno 1998, quando la Norvegia vinse contro il Brasile nella fase a gironi dei Mondiali (2-1 per i norvegesi in rimonta, 83′ Flo e 89′ Rekdal dopo il vantaggio di Bebeto al 78′, ndr)», ricorda Lars.

«C’era stato un grosso caos-biglietti all’epoca e quelli che avevamo comprato in anticipo non ci erano stati consegnati. Nelle ore precedenti alla partita girammo tutta la città alla ricerca di qualche bagarino e, finalmente, ne trovammo di nuovi. L’atmosfera, la partita, il risultato, tutto fu fantastico quel giorno. Quella partita è considerata ancora adesso uno dei più grandi risultati sportivi della storia norvegese».

«Per me, invece, uno dei ricordi migliori è al Kirkland Stadium, sulle rive del fiume Mersey, a Liverpool, per vedere una partita del Cammell Laird FC, un Club di Non League inglese», commenta Geir. «Affluenza di circa 50 persone, costituita prevalentemente da ex-giocatori e parenti di chi era in campo, credo. Stavo uscendo, un paio di minuti prima del fischio finale, e un addetto del campo mi fermò chiedendomi di dove fossi. “Norvegia”, risposi, e gli chiesi se avessero spesso qualche spettatore straniero, essendo così vicini a Liverpool. “Certamente”, mi rispose lui con orgoglio, “sono venuti due olandesi l’anno scorso!”. Poi volle regalarmi a tutti i costi una spilla del Club come souvenir e si assentò per andare a prenderla. Tornò 5 minuti dopo e mi invitò come ospite nella sala riservata per il post-partita con la squadra, lo staff, gli ex-giocatori e i parenti».

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Lars Erik Bolstad e Geir Florhaug al Victoria Stadium di Gibilterra (photo by Futbology App)

Non esistono regole specifiche per il perfetto “groundhopping”. L’unico precetto comunemente accettato e condiviso è che lo stadio visitato vale solo se si è vista una partita all’interno (e infatti, nell’app Futbology è possibile registrare la propria presenza solo in occasione delle partite).

Lars ci conferma che questo principio rimane alla base dell’app: «Effettivamente molti utenti ci chiedono, di tanto in tanto, di aggiungere la visita allo stadio con il solo tour guidato. Ma l’intero concept dell’app è basato sulla registrazione delle partite viste, quindi aggiungere questa possibilità comporterebbe una sorta di riprogrammazione generale che modificherebbe del tutto l’applicazione».

A qualunque livello di “groundhopping” siate, l’app Futbology (ex Groundhopper) è un modo divertente e stimolante di vivere il calcio e i viaggi all’estero, di creare statistiche personali e di intrecciare nuove amicizie con tanti altri appassionati in giro per il mondo che hanno in comune l’amore per il calcio.

In Inghilterra, ormai da decenni, è attivo il famoso “Club of 92”, al quale si accede dopo aver dimostrato di aver visto almeno una partita in ogni stadio delle 92 squadre professionistiche della piramide calcistica inglese.

Futbology App è scaricabile per i dispositivi Android e Apple: la versione base (con funzioni limitate) è gratis, mentre la versione completa è in abbonamento rinnovabile a 6,50 euro l’anno.

Archistadia è partner di Futbology App e ha curato le traduzioni in italiano per la presentazione dell’app negli store Android e Apple.

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