Il libro di Vincenzo Paliotto ripercorre le pagine affascinanti di storia del calcio continentale.
In occasione della ripresa delle coppe europee 2021/22, e dell’avvio della nuova Conference League, è importante fare un salto indietro nel tempo e riscoprire il passato della storica terza coppa europea (ormai scomparsa), la gloriosa Coppa delle Coppe.
Una storia di piccole squadre, città affascinanti e meno note, si rincorrono fra le pagine di “C’era una volta la Coppe delle Coppe”, scritto da Vincenzo Paliotto (Urbone, 2020) con il quale l’autore si tuffa nella memoria del calcio, ripercorrendo vicende, glorie e delusioni di tantissime squadre e di svariati calciatori che in carriera hanno sperato di poter conquistare quella che, un tempo, era la coppa riservata alle vincenti dei trofei nazionali.
Il racconto della vecchia Coppa delle Coppe strizza l’occhio alla nostalgia, certo, ma è soprattutto il viaggio nei ricordi di un calcio che riusciva a rendere merito a club più blasonati ma anche a squadre di minor lignaggio, alle volte quasi sconosciute. Dal Barcellona all’Aberdeen, dal Milan al Magdeburgo, passando per Sampdoria, Parma, il Chelsea di Zola e Vialli, il Malines o la vecchia Lokomotiv Lipsia.
Forzatamente messa da parte dalle dinamiche contemporanee, la Coppa delle Coppe è rimasta per molto tempo in un angolo buio, salvo poi ritrovare un suo ideale successore nella neonata Conference League, ironicamente “creata” ad arte proprio per inseguire ricavi tv e profitti che, nel 1999, avevano portato all’abolizione del torneo per sovrabbondanza di coppe. Per questo, e per conoscere in modo coerente la storia del calcio europeo, la lettura di “C’era una volta la Coppa delle Coppe” è qualcosa che va approcciato nel modo più onesto e positivo possibile.
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