Il caso-studio del progetto di riqualificazione per l’Anoeta.
San Sebastian, Paesi Baschi. È qui che la Real Sociedad, il club di calcio locale, riesce a rispondere a uno dei più grandi problemi del calcio contemporaneo: adeguare gli stadi a pianta ovale agli standard attuali e a un livello di fruizione di qualità da parte degli spettatori.
La maggior parte delle strutture costruite fra gli anni ’30 e gli anni ’60 del Novecento, infatti, in una fase architettonica fortemente influenzata da venti politici e ideologici, e dal dirompente ingresso dei Giochi Olimpici sulla scena europea, rappresenta un patrimonio complicato da rinnovare e un rilevante dilemma d’intervento per i club e le città, sia per questioni tecniche che per ragioni di tutela.
Gli stadi a pianta ovale sono pressoché impossibili da trasformare in impianti sportivi a pianta rettangolare, specifici per il calcio e per le necessità del suo pubblico, a meno di stravolgere quasi del tutto le strutture, riuscendo con interventi virtuosi a salvaguardare porzioni esistenti (eventualmente già vincolate a livello di Beni Culturali) e integrarle con i nuovi manufatti.
Approcci di questo tipo, ancora eccezionali va detto, in Italia si sono già visti con la rinnovata Dacia Arena di Udine (dove i tre lati nuovi abbracciano l’originale tribuna con la copertura ad arco) e con il Gewiss Stadium dell’Atalanta, a Bergamo (dove le nuove curve a ridosso del campo cancellano il ricordo della pianta a rettangolo allungato, ricongiungendosi con le tribune di interesse storico-architettonico).
All’estero, dove gli interventi sull’esistente sono spesso più decisi (a causa di un patrimonio culturale ben più ridotto che in Italia), uno dei progetti che si ergono a modello europeo è certamente la ristrutturazione dell’Anoeta di San Sebastian, in Spagna, lo storico stadio di casa della Real Sociedad.
Real Sociedad, da pianta ovale a stadio contemporaneo
Classico impianto ovale, inaugurato nel 1993 dopo due anni di lavori, e situato a ridosso del centro storico cittadino – in una zona densamente edificata dove vive circa il 20% dell’intera popolazione di San Sebastian (un’area compresa fra l’ansa del fiume Urumea Itsasadarra e il parco boschivo Miramon Basoa) – l’Anoeta è inserito in una cittadella poli-sportiva che è fulcro della vita locale. Qui si trovano anche un velodromo, un mini-stadio, alcune piscine, due palazzetti indoor e un’arena del ghiaccio, oltre a vari piccoli campetti sportivi comunali.
photo: Panoramio / Wikimedia Commons CC BY 3.0
L’Anoeta originale (foto sopra) a confronto con il risultato post-restyling (foto sotto).
Il fascino di questo stadio, derivante anche da una certa epica del club accresciuta nelle coppe europee fra gli anni ’80 e 2000, e dall’accesa rivalità basca con l’Athletic Bilbao, aveva finito per avvolgere anche la struttura, con i suoi ampi spazi fra campo e gradinate (per via della presenza della pista d’atletica) e il profilo ondulato in contrasto con la rudezza degli elementi in cemento armato.
Ma, arrivati al nuovo millennio, e con la necessità di rilanciare il club dal punto di vista sportivo, la Real Sociedad ha voluto intervenire in modo diretto, provando a immaginare un progetto che fosse moderno ma al tempo stesso fedele all’esistente.
Il dibattito è durato circa due anni, fra il 2015 e il 2017, ma un’ipotesi di trasformazione molto simile a quella poi realizzata era stata già presentata nel 2004 da José Luis Astiazarán, candidato alla presidenza del club (e poi successivamente eletto). Fra il 2017 e il 2019, infine, e per un costo complessivo di 47 milioni di euro, lo stadio è stato ristrutturato trasformandosi in un moderno impianto a schema rettangolare, e mantenendo alcuni dettagli stilistici originali, come il profilo ondulato della copertura che già definiva l’aspetto complessivo dell’impianto.
La pianta del rinnovato stadio: le porzioni in blu scuro del secondo anello in tribuna, sono le parti conservate dalla configurazione del vecchio impianto.
Il progetto di riqualificazione dell’Anoeta, firmato dall’architetto Izaskun Larzabal, si è sviluppato attorno ad alcuni punti chiave che si sono anche concretizzati nel modo di intervenire e nelle tempistiche:
- avvicinare le gradinate al terreno di gioco, trasformando uno spazio ovale in uno a pianta rettangolare principale
- eliminare la pista di atletica
- aumentare la capienza di circa 10mila spettatori in più
- migliorare l’accessibilità esterna e interna
- adeguare la struttura a tutte le normative d’uso contemporanee
- adeguare gli impianti agli standard attuali
- generare nuovi spazi interni da poter destinare a un uso extra-sportivo
- potenziare il valore simbolico dello stadio
- garantire lo svolgimento delle partite con pubblico durante i lavori (a capienza ridotta, 28mila posti) strutturando l’intervento su diverse fasi
L’intervento principale è stato, ovviamente, quello relativo all’eliminazione della pista d’atletica e del fossato di contorno, e la demolizione delle due gradinate curve dietro le porte (per diverso tempo, fra il 2017 e il 2019, la Real Sociedad giocò le sue partite interne affacciandosi su un cantiere, prima da un lato e poi dall’altro del campo, ma senza particolari disagi). La quota del terreno di gioco è stata abbassata, così da ricavare spazio utile per prolungare le tribune centrali verso il campo: il primo anello è stato ricostruito da zero, rettilineo e parallelo al campo, mentre il secondo anello è rimasto quasi del tutto quello originale, lievemente arcuato, sul quale continua a innestarsi la copertura.
Le due “curve”, lati corti del nuovo rettangolo, si sono agganciate alle tribune centrali all’altezza del secondo anello e della copertura, mentre il primo anello è diventato un elemento completamente nuovo e di raccordo continuo attorno al prato. In questo senso, l’immagine della cavea dello stadio è ora diametralmente diversa dal passato, e offre un impatto più racchiuso e intimo, con una perfetta distribuzione degli spazi e delle proporzioni.
Per avvicinare le gradinate il più possibile al campo, inoltre, si era scelto di forzare al limite l’angolo di visuale: rispetto all’approccio tradizionale, la direttrice visiva era stata considerata non dagli occhi ma dall’estremità della testa dello spettatore, ottenendo un valore C = 90 mm che è requisito minimo UEFA(1) (contro i 120 mm considerati ottimali). In generale, poi, per il calcolo della visuale da ogni ordine di posto, si era lavorato su 5 fasce differenti di inclinazione a seconda del punto di vista considerato(2).
L’altro aspetto molto peculiare dell’intero progetto è stata la realizzazione della copertura. Sfruttando la struttura di ancoraggio originale, e le parti conservate dell’edificio (in particolare i grandi costoloni in cemento armato della vecchia struttura), si sono aggiunte quattro travi reticolari principali interne al disco del tetto (rispettivamente lunghe 150 metri, sui lati corti del campo, e 190 metri, sui lati lunghi), permettendo di aggiungere una fascia più interna e garantire riparo alle prime file del nuovo primo anello.
Le nuove travature si ancorano a pilastri esterni, altri 25 metri e costruiti a ridosso dell’esterno dello stadio, e l’intero edificio è stato poi avvolto da un guscio in misto membrana ETFE e pannelli di acciaio che ha uniformato l’aspetto esterno dell’impianto, garantendo il passaggio della luce solare verso l’interno e un impatto iconico del tutto nuovo: l’azzurro (colore sociale del club) è stato scelto per le porzioni inferiori del rivestimento, e può essere retroilluminato in notturna producendo un effetto complessivo di grande efficacia, mentre lo stadio ora è completamente al riparo dalle forti intemperie che spesso colpiscono la regione basca.
La capienza della rinnovata Anoeta (rinominata Reale Arena per un contratto di sponsorizzazione che scadrà nel 2025) è oggi di 40mila posti, aumentati rispetto ai 32mila della configurazione originale.
Il progetto di ristrutturazione e conservazione realizzato qui dimostra che c’è spazio d’intervento anche sugli stadi a pianta ovale: quello di San Sebastian rimane un caso-studio fondamentale a livello europeo, da cui trarre ispirazione per riuscire a far coesistere necessità funzionali e logiche strutturali, appoggiandosi all’edificio originale e riutilizzandone alcune parti a proprio favore.
- lo stadio della Real Sociedad è qui, su Google Maps
- sito web ufficiale della Real Sociedad, qui
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(1) il 30 agosto 2020, l’Anoeta ha ospitato la finale di Women’s Champions League, Werder Brema-Lione 1-3
(2) la norma UNI-EN 13200-1 raccomanda un valore C = 120 mm, considerando 90 mm come “valore accettabile”. Nel documento UEFA delle raccomandazioni tecniche e requisiti per gli impianti sportivi, si aggiunge che 120 mm è “valore ottimale”, 90 mm è “valore minimo raccomandato” e 60 mm è “valore minimo consentito”. Per saperne di più su cos’è l’angolo di visuale e come si calcola, leggi qui l’approfondimento.
Cover image: photo by Real Sociedad de Fútbol
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