Lo stadio più interessante fra quelli dei Mondiali di Qatar 2022.
Ieri non c’era, oggi c’è, dopodomani non ci sarà di nuovo più. Potrebbe essere questo il riassunto della vita dello Stadium 974, progetto già diventato di culto fra gli impianti realizzati per i Mondiali di Qatar 2022, soprattutto per una caratteristica: è il primo stadio interamente smontabile al mondo e, al termine del torneo, effettivamente sparirà!
Realizzato su progetto dello studio Fenwick Iribarren Architects, all’interno di un masterplan guidato da Albert Speer Jr & Partners, lo stadio costruito nel distretto industriale di Ras Abu Aboud, a pochi km a est di Doha, è in pratica un’enorme versione di un Lego o di un Meccano.
Lo stadio è composto interamente da container riciclati fra quelli abitualmente usati per le spedizioni marittime, incasellati in un’intelaiatura di acciaio che permette alla struttura complessiva di sostenere la cavea di gradinate interne, con una capienza di 44.089 posti distribuiti su due anelli in quello che è un perfetto stadio europeo, con gradinate compatte e vicine al campo.
L’idea ha preso le mosse da un approccio sostenibile alla costruzione dell’impianto, garantendo tempi di costruzione più brevi, una bassa impronta ecologica e la potenziale reversibilità dell’edificio – oltre al fatto che già in altri progetti civili, i container vengono recuperati e riutilizzati con nuova destinazione (essendo fisiologicamente “modulari” e adattabili piuttosto bene a diverse situazioni).
L’altra ragione è stata estetica e concettuale: lo stadio si colloca in una parte del porto principale di Doha e questa posizione ha ispirato una costruzione “senza facciata”, dove i container favoriscono la ventilazione naturale e riducono la necessità di sistemi di climatizzazione interni.
- Leggi anche: Alcune cose da sapere sull’Al Bayt Stadium
Peraltro, 974 è il prefisso telefonico internazionale del Qatar (+974) e sono proprio 974 i container utilizzati per la costruzione di questo impianto. Alcuni, inoltre, sono prima serviti nella fase di cantiere per il trasporto dei materiali in sede e poi posizionati nel loro alloggiamento all’interno della “struttura” composita.
Cosa succederà allo Stadium 974 dopo i Mondiali?
L’uso di lastre prefabbricate, supporti metallici, infissi avvitati o a secco e acciaio riciclato hanno poi completato le finiture e i collegamenti, e tutto è stato pensato nell’ottica della totale reversibilità: al termine dei Mondiali, infatti, lo Stadium 974 sarà completamente smontato e frammentato, dai settori di gradinate, ai container stessi e persino alla struttura del tetto.
Ogni porzione verrà quindi redistribuita sia a piccoli impianti sportivi e comunitari del Qatar o di Paesi in via di sviluppo, sia riutilizzato come materiale da costruzione nel futuro progetto di urbanizzazione che interesserà quest’area portuale di Doha.
- per saperne di più sulle ambizioni di ecosostenibilità di questi Mondiali, ho scritto un articolo di approfondimento per la rivista l’Ultimo Uomo, qui
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tutte le immagini by Fenwick Iribarren Architects via Arquitectura Viva
Rinunciare a parlare dei Mondiali di Qatar 2022 credo sarebbe sbagliato, per quello che è sempre stato l’obiettivo del progetto divulgativo di Archistadia. Qui sul sito e sul profilo Instagram, quindi, proveremo a concentrarci su aspetti specifici relativi agli stadi e al torneo, per guardare le cose da un punto di vista il più possibile distaccato ma ben consapevoli delle storture sociali e della grave situazione di continue violazioni dei diritti umani che permangono nel Paese. Se volete recuperare tutti gli articoli dedicati, li trovate qui
Cover image: Uno scorcio dei container che compongono lo Stadium 974, durante una fase di costruzione (photo Fenwick Iribarren Architects via Arquitectura Viva)
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