Due progetti ambiziosi per dare nuova vita al luogo dello storico impianto.
Potrebbe esserci un futuro importante per il fu Stadio Ballarin di San Benedetto del Tronto, storico impianto cittadino ormai abbandonato e in degrado, che necessita di un fondamentale intervento di recupero al quale si stanno interessando da tempo le associazioni locali e i gruppi di tifosi.
Il 4 aprile 2019 era stato presentato un primo progetto per la riqualificazione dell’impianto, sostenuto dalla “Curva Nord Massimo Cioffi”, dagli ex giocatori rossoblu e dall’Associazione Noi Samb, seguito nelle ultime settimane da una seconda proposta del comitato “Ballarin-la Porta della Città, un Parco inclusivo sul Mare”, presieduto da Fabrizio Marcozzi.
photo by Sylvia Perozzi / per gentile concessione di Ascosi Lasciti
Il caso del futuro del Ballarin è molto delicato, ma entrambe le proposte puntano a recuperare il luogo dell’ex stadio e destinarlo a nuovo parco pubblico-sportivo, anche se con dettagli progettuali diversi. Peraltro, sull’ex stadio della Sambenedettese insiste un vincolo della Soprintendenza (sul muro della Tribuna Ovest), e ci sono da considerare l’indirizzo urbanistico dell’area “ad uso sportivo” e la volontà comunale di modificare i sensi di marcia della viabilità circostante.
Tutti elementi da tenere in considerazione, e che sono stati recepiti nelle due proposte che per il momento corrono in parallelo.
Lo stadio, che si trova alle porte della città e si affaccia sul litorale adriatico, rappresenta un punto di ingresso ideale per San Benedetto. In questo senso, il progetto proposto da Curva Nord e Noi Samb, ha ipotizzato la realizzazione di un parco pubblico sul lato nord dell’impianto (di circa 1600 mq), attrezzato con area ristoro e con percorsi accessibili anche per i portatori di handicap, e che possa permettere alla cittadinanza di godere del collegamento diretto alla spiaggia.
Interessanti, nel caso del progetto di Noi Samb, anche le scelte conservative che riguardano il mantenimento della Curva Sud (ancora strutturalmente adatta a essere recuperata) e il muro ovest perimetrale vincolato dai Beni Culturali: la gradinata verrebbe rimessa a nuovo, accogliendo nuovi locali interni a uso palestre e attività per il pubblico, mentre il muro storico diventerebbe elemento principale della via ciclo-pedonale adiacente, ed elemento di appoggio per la realizzazione di spazi museali e di memoria su quel lato dell’impianto.
Stessa sensibilità nell’intervento, anche se declinata con dettagli diversi, anche per la proposta del Comitato Pro Ballarin, presieduto da Fabrizio Marcozzi. L’obiettivo è quello di riqualificare tutta l’area dell’ex stadio e delle aree limitrofi, creando un’unica area-parco che arrivi sino al mare così da ricucire l’attuale situazione di frammentazione dovuta all’abbandono del Ballarin.
Nel caso di questa proposta, però, i volumi delle vecchie gradinate est, sud e ovest verrebbero sostituiti da piccoli pendii naturali e collinette, con la realizzazione di gradoni affacciati sul campo e il risultato di schermare l’area-parco rispetto alla viabilità circostante. Il progetto garantirebbe la pratica di tutta una serie di attività sportive e di pratica fisica personale all’aperto (palestre anche per disabili), e aree-gioco per i più piccoli, venendo intesa più come una nuova arena verde pubblica che come un campo sportivo polifuzionale.
In entrambe le proposte di progetto, l’impronta del campo da gioco (e quindi della memoria del luogo) rimarrebbe intatta, con il mantenimento di un campo sportivo di dimensioni quasi regolamentari per il calcio (circa 70×110 metri) ma destinato a uso polivalente e a tutti gli eventi sportivi cittadini.
Lo Stadio Fratelli Ballarin, inaugurato nel 1931, è arrivato a poter ospitare anche 13mila spettatori, rappresentando l’impianto di casa della Sambenedettese fino al 1985. Intitolato ai fratelli Aldo e Dino Ballarin (calciatori del Grande Torino, periti nella tragedia di Superga) è anche stato luogo del più grave disastro italiano mai avvenuto in uno stadio di calcio. Il rogo del 7 giugno 1981, che costò la vita a Maria Teresa Napoleoni (23 anni) e Carla Bisirri (21 anni), e provocò 168 feriti.
L’ex stadio insiste su un’area importante per la città di San Benedetto del Tronto, coinvolgendo il quartiere San Filippo Neri e la vita di circa 5mila abitanti.
Cover image: img by Noi Samb / Curva Nord Massimo Cioffi via Riviera Oggi
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