Un progetto realizzato nel rispetto di un edificio preesistente con valore storico-architettonico.
Quando, nella primavera del 2000, a San Diego si iniziò la costruzione del nuovo stadio per la franchigia locale di baseball, i San Diego Padres, nessuno poteva pensare che il progetto sarebbe cambiato completamente a metà strada.
I Padres giocavano al Qualcomm Stadium dal 1969 (originariamente noto come San Diego/Jack Murphy Stadium), in coabitazione con i Chargers, la squadra di football della città che, peraltro, dal 2017 è stata trasferita a Los Angeles, lasciando un punto interrogativo sul futuro dell’impianto.
Alla fine degli anni ’90, però, venne presa la decisione di costruire un ballpark che fosse casa esclusiva dei Padres, e nel 2000 presero il via i lavori. Per un costo totale di circa 450 milioni di dollari, in parte finanziati da due organizzazioni locali impegnate nei progetti di riqualificazione della città, l’impianto fu collocato nell’area costiera di San Diego, nel quartiere Gaslamp, una zona portuale che si era sviluppata soprattutto verso la fine dell’Ottocento.
Western Metal Supply Company, San Diego
L’elemento di rottura che metterà in crisi il progetto del nuovo stadio è da ricercare proprio alle radici ottocentesche della zona. Oggi è uno degli edifici più caratteristici di tutta San Diego, ma all’inizio del nuovo millennio costrinse i progettisti a modificare il design dello stadio in modo decisivo: stiamo parlando della sede della Western Metal Supply Company, un palazzo che ha ormai oltre un secolo di vita.
Costruito nel 1909, al costo di circa 60mila dollari (cifra ragguardevole per l’epoca, che oggi equivale a quasi 2 milioni di dollari), il palazzo era stato progettato da Henry Lord Gay per conto di una compagnia fondata nel 1888 e inizialmente specializzata nella produzione di ferro e acciaio per forgiatori, maniscalchi e fabbri.
I primi decenni del Novecento si rivelarono un periodo di grande fermento industriale negli Stati Uniti e l’azienda ampliò presto i suoi orizzonti, abbracciando anche la produzione di componenti e forniture per l’idraulica, per l’industria automobilistica e impiantistica in genere. Inesorabile, però, il declino giunse negli anni ’70, con la cessione nel 1972 e il fallimento appena tre anni dopo. Quando la città di San Diego mise in moto l’iter progettuale per lo stadio dei Padres, della Western Metal Supply Company restava soltanto l’edificio in mattoni rossi, con la scansione regolare di finestre e aperture, tipica della prima epoca industriale americana di inizio secolo.
Dall’ipotesi della demolizione al nuovo progetto di integrazione
L’ex fabbrica era stata dichiarata di interesse storico e architettonico nel 1977, ma si ritrovava comunque sul punto di essere demolita nell’ambito del progetto del nuovo stadio. La svolta, però, arrivò dall’impegno risoluto della Heritage Architecture and Planning, una società di architetti locali impegnati sul territorio per la salvaguardia delle architetture di valore e il loro re-inserimento nei progetti contemporanei.
Il progetto dello stadio fu rivisto, con un conseguente ritardo di due anni sui tempi di inaugurazione, e non solo si impedì la demolizione ma l’edificio della Western Metal venne integrato nelle tribune del nuovo stadio, diventando uno dei nuovi settori aperti al pubblico per seguire le partite. Con un preciso lavoro di ammodernamento, furono ricavate balconate con affaccio sul campo, una terrazza panoramica, un ristorante interno, box privati e il negozio ufficiale della squadra.
A livello strutturale, inoltre, il lavoro di recupero dell’ex fabbrica permise di intervenire sulle parti statiche, rafforzando alcuni elementi per rispondere pienamente ai criteri anti-sismici attuali. In facciata, infine, si conservò l’insegna originale con il nome della compagnia.
L’intero progetto dello stadio, firmato Populous, fu rivisto e lo stadio venne costruito partendo dall’edificio della Western Metal come elemento cardine. Da qui si calcolò la distanza tra l’ex fabbrica e il monte di lancio, che definiva la posizione del diamante del campo da gioco di baseball, e via via le tribune e il resto furono collocate di conseguenza.
Petco Park oggi può ospitare circa 40mila persone, ma alcune di loro possono vedere la partita da un posto speciale. Un edificio industriale incastrato in uno stadio di baseball grazie alla creatività e all’apertura mentale dei progettisti. L’ex sede della Western Metal Supply Company, però, non è solo un elemento unico per lo stadio in sé, ma racconta la storia della città di San Diego ed è testimonianza della capacità di proiettare nel futuro un’identità architettonica, adattandola a sempre nuove necessità.
Libri consigliati, per approfondire:
- Il lanciatore scomparso e altre storie di baseball, di Beppe Carelli
- Baseball: A History of America’s Favorite Game, di George Vecsey
- Los Angeles, San Diego & Southern California, Lonely Planet
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Archistadia, in formato ridotto, il 2 aprile 2017.
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