La costruzione del Nou Mestalla di Valencia potrebbe ripartire, dopo una pausa di 9 anni.
Quando venne presentato il progetto del Nou Mestalla, il 10 novembre 2006, il Valencia era fra i primi club europei a mostrare una visione a lungo termine – e la volontà di concretizzarla attraverso la realizzazione un nuovo stadio.
Rimanendo in Spagna, all’epoca, solo l’Espanyol proponeva la stessa idea (e in tre anni avrebbe inaugurato il nuovo stadio di Cornellà-El Prat) mentre il progetto del nuovo San Mamés di Bilbao era ancora nella fase preliminare, e quello del Wanda Metropolitano di Madrid a malapena nella testa di qualche dirigente.
In Inghilterra il Manchester City giocava da tre anni in quello che sarebbe poi stato chiamato Etihad Stadium, e l’Arsenal si era trasferito all’Emirates da appena cinque mesi. Era un altro calcio, in cui gli addetti ai lavori stavano appena iniziando a comprendere l’effetto dei Mondiali di Germania 2006 e dell’incredibile rinnovamento strutturale operato dai tedeschi per quella manifestazione. A tredici anni di distanza il Nou Mestalla è ancora un’idea. O meglio, è un cantiere fermo da dieci anni.
Il crack del 2008
Due anni prima della presentazione del progetto, nel 2004, il Valencia aveva vinto il campionato spagnolo, la Coppa Uefa e la Supercoppa Europea. La possibilità di trasferirsi in un nuovo impianto, da 75.000 posti, era la mossa perfetta per fare il salto di qualità definitivo e diventare la terza potenza del calcio spagnolo, affiancando Real Madrid e Barcellona.
Nella primavera del 2009, però, l’inizio del tunnel. I lavori, avviati nel 2007, vengono bloccati a causa dei gravi problemi finanziari del club e del crack del mercato immobiliare spagnolo del 2008 – lasciando un’enorme scheletro in cemento armato più simile a un parcheggio multipiano che a un futuro stadio. I 400 milioni € di debiti relegano il nuovo stadio in fondo alla lista delle necessità del club spagnolo, che intanto resta a galla in campionato vendendo ogni anno i suoi giocatori migliori.
Nel 2014 diventa nuovo proprietario Peter Lim, magnate indonesiano che controlla anche il 50% del Salford FC (il club inglese guidato dagli ex giocatori del Manchester United, Ryan Giggs, Paul Scholes, Nicky Butt, Gary e Phil Neville) e i diritti d’immagine di Cristiano Ronaldo.
Ma la questione stadio resta di difficile soluzione e, all’incrocio tra Avinguda de les Corts Valencianes e Carrer de la Safor, il bianco pallido della struttura diventa pian piano uno sfondo abituale per chi fotografa la Dama Ibérica, la scultura in ceramica blu alta 20 metri e opera dell’artista Manolo Valdés.
Trovare una soluzione è però necessario perché quello che doveva essere il nuovo stadio del Valencia a partire dalla stagione 2009/2010, non potrà rimanere in attesa ancora per molto. Nelle attuali condizioni di abbandono la struttura si sta deteriorando e andrà demolita entro il 2022, in mancanza di nuovi sviluppi.
Nuovi accordi finanziari e progetto semplificato
Il Valencia, a maggio 2018, ha stretto un accordo con Deloitte, azienda di livello mondiale nella consulenza e revisione finanziaria. L’obiettivo è riorganizzare l’intero piano lavori, per far ripartire la costruzione dello stadio e arrivare a un traguardo quasi insperato. Intanto il progetto originale (firmato Fenwick/Arup) è stato rivisto e ridimensionato, sia nelle dimensioni che nei costi.
Dai 340 milioni € iniziali si scenderà a una previsione di spesa di soli 100 milioni, e i tagli riguarderanno anche la capienza. L’impianto sarà realizzato per 50-60mila posti, simile all’attuale Mestalla ma con spazi e servizi nettamente migliori.
Il profilo superiore ondulato, che attualmente fa da cornice alla struttura, verrà probabilmente demolito, ribassando l’intero edificio. Lo stadio non avrà un rivestimento avveniristico in vetro e acciaio, ma più probabilmente una serie di pilastri a sostegno della copertura piana e un semplice materiale semitrasparente da involucro esterno.
Le modifiche dovranno essere finalizzate e approvate dalla municipalità ma, intanto, il Valencia ha ricevuto l’offerta di 180 milioni di euro dal consorzio locale ADU Mediterráneo, per l’acquisto dell’area dell’attuale Mestalla.
Questo avrebbe dovuto permettere di sbloccare i lavori del nuovo stadio e far ripartire l’intero progetto, evitando la demolizione dello scheletro già esistente e portando a termine la costruzione dell’impianto, con la speranza di inaugurarlo entro l’inizio della stagione 2022/2023.
Con l’inizio del 2020, però, un nuovo capitolo si è aggiunto al calvario architettonico dell’opera. L’offerta di ADU, inizialmente accettata dal Valencia in via ufficiosa, è stata poi respinta per l’incapacità economica da parte della società di investimento di reggere l’operazione complessiva.
Con un comunicato ufficiale, a fine marzo 2020, il Valencia ha annunciato l’interruzione del rapporto con ADU, togliendole l’esclusiva per l’acquisto e la rifunzionalizzazione dell’area del Mestalla. Rimane la possibilità che ADU Mediterráneo riesca a trovare le garanzie economiche e bancarie da presentare al club spagnolo, ma sembra chiaro che entro inizio 2021 verrà presa una decisione definitiva: completare il Nou Mestalla o abbandonare definitivamente il progetto.
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(articolo originariamente pubblicato il 15 settembre 2018 – ultimo aggiornamento 6 agosto 2020)
Cover image: Lo stato incompleto del cantiere per il nuovo stadio Mestalla di Valencia (photo: Ravave / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0)
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