Inter e Milan meritano qualcosa di più di uno stadio progettato “al risparmio” per estetica e dimensioni? Un dialogo in collaborazione con Rivista Undici.
A che punto siamo con il nuovo stadio di Milano e perché più passa il tempo più lo vediamo ridimensionato, semplificato e quasi progettato “al risparmio”? Con Rivista Undici abbiamo pensato a 3 domande/3 risposte per approfondire gli spunti delle ultime settimane, i render visti e le notizie e gli aggiornamenti arrivati dai club. Mentre è iniziato il Dibattito Pubblico (qui trovate il calendario degli incontri), che presenterà il progetto alla cittadinanza, l’impressione è che il nuovo stadio di Milano stia diventando un progetto troppo ridimensionato rispetto alle ambizioni che dovrebbero avere Inter e Milan, e a ciò che meritano i tifosi e la città.
Trovate l’articolo completo sul sito web di Undici, qui, mentre qui di seguito riassumiamo alcuni spunti utili.
tutti gli approfondimenti su San Siro e sulla vicenda del nuovo stadio di Milano sono raccolti nella sezione del sito “Dossier San Siro”
Capienza
Tutti i nuovi stadi europei degli ultimi 25 anni sono stati realizzati “più grandi” rispetto ai predecessori. Nessun club si è vincolato in modo ossessivo al dato dell’affluenza media dei dieci o quindici anni precedenti (come invece vogliono fare Inter e Milan) e infatti abbiamo visto realizzati stadi grandi il doppio rispetto al passato, per club di lignaggio diverso ma con la stessa ambizione e con lo stesso coraggio: lo stadio nuovo serve per migliorare e portare più tifosi di prima.
La domanda allora è, perché pensare a uno stadio per Milano riduttivo, che scende da 80 mila a soli 60-65mila posti (con ben 12mila posti Premium) mentre una capienza di 70-75mila posti sarebbe decisamente più all’altezza di una visione a medio-termine di eccellenza per Inter e Milan?
Qui c’è un disclaimer e riguarda lo stadio della Juventus ma lo chiarisco in una nota a fondo articolo!
tabella realizzata nel settembre 2019, dati validi al 2022 (tranne per la capienza indicata per il nuovo stadio di Milano, che è di 65mila posti) – grafica visibile qui
Estetica
San Siro è stato un’architettura iconica della seconda metà del Novecento milanese, e riconosciuta nel mondo proprio per questo. Ha rappresentato un modo di fare architettura ben preciso e (nonostante le criticità) è riuscito a rimanere un simbolo incredibile anche grazie all’ampliamento del 1990. Il nuovo stadio di Milano dovrà essere all’altezza anche dal punto di vista architettonico, un segno contemporaneo forte e unico.
Perché allora sembra si stia ipotizzando un design semplificato rispetto alla Cattedrale di Populous (già scelta e approvata nell’ultimo anno), con un aspetto che rischierebbe di essere uguale a molti altri stadi normali e che non renderebbe il nuovo impianto una nuova icona per i prossimi 50 anni?
Condivisione
Su questo tema evidentemente Inter e Milan oggi non hanno la forza economica per costruirsi uno stadio proprio. Attualmente in Europa abbiamo visto spendere da 600 milioni a 1 miliardo (v. Tottenham) per un nuovo impianto e per i due club è forse forzata la scelta di rimanere insieme sul progetto, dividendosi il costo a metà (3-400 milioni ciascuna).
Ma se la volontà dichiarata (e sacrosanta) di Inter e Milan è quella di inseguire la crescente potenza dei grandi club europei, aumentare i propri ricavi e migliorare in futuro, perché lo “stadio in comune” continua a esserci raccontato come l’unica soluzione ottimale?
Milano, l’Inter e il Milan non hanno bisogno di un progetto al risparmio giusto per poterlo realizzare il primo possibile. Milano, l’Inter e il Milan meritano un nuovo stadio che sia all’altezza delle loro ambizioni, dell’importanza dei club, del valore storico e architettonico della città, e che sia uno stadio pensato per diventare unico anche fra cinquant’anni.
Disclaimer: parlando di capienza stadi, il pensiero di molti in Italia va allo Stadium della Juventus, realizzato volutamente più piccolo rispetto al “fu” Delle Alpi (41mila posti contro i 67mila del vecchio impianto). Va considerato che, intanto, si tratta dell’unico caso europeo di nuovo stadio “rimpicciolito” rispetto al precedente. Inoltre, la Juventus all’epoca non poteva e non voleva rischiare con capienze maggiori perché il Delle Alpi non forniva un esempio utile di affluenza del pubblico (troppo dispersivo), gli alti e bassi sportivi del club in quel preciso momento storico non davano garanzie e il pur enorme bacino d’utenza dei tifosi rimane sparso in tutta Italia, non potendo fornire certezze sul riempimento dell’impianto.
Quello della Juventus rimane in effetti un’eccezione e non avrebbe senso copiarla come paradigma se le intenzioni sono di seguire un modello europeo ormai condiviso.
- spesso si è parlato di Wembley come esempio principale per decidere cosa fare con San Siro… Ecco perché è utile leggere il libro “Wembley, la Storia e il Mito”, opera che racconta l’intera storia dello stadio nazionale inglese e il suo percorso di trasformazione (un ottimo metro di confronto con la situazione di Milano!) – puoi acquistare il libro qui
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