Bisogna cercare la risposta nella cultura underground cittadina di fine anni ’80.
La sigla “MDCR” che nelle ultime stagioni si vede comparire sulla felpa spesso indossata da Pep Guardiola durante le partite del Manchester City, definisce una collezione prodotta dal club con PUMA e che celebra l’epopea culturale della città che diventò “Madchester” fra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90.
Già in passato Puma ha realizzato per il City grafiche e design ispirate a quel periodo, e questa nuova collezione continua a raccontare la scena musicale e culturale sotterranea che nacque nei club e nelle discoteche di Manchester alla fine degli anni Ottanta, diventando talmente dominante da rappresentare a livello sociale un’intera generazione cresciuta con la musica indie-dance e i rave dell’epoca.


“Madchester” (la Manchester cattiva, se volessimo trovare una traduzione letterale) fu un termine coniato da Tony Wilson, proprietario dell’etichetta discografica Factory Records che in quel periodo lanciò alcune delle band che sarebbero poi diventate di culto per un’intera generazione: Stone Roses, Charlatans, Happy Mondays, James. La Factory Records, inoltre, deteneva la gestione dell’Haçienda(1), club per eccellenza dei concerti e dei rave dell’epoca a Manchester.
MCR = Manchester / MDCR = Madchester
MCR è la sigla che rappresenta la città di Manchester, sia in termini di identità locale che a livello internazionale (come per esempio nel codice dell’aeroporto), e MDCR è la conseguenza per rappresentare il periodo culturale della Madchester e l’influenza che ebbe fra i giovani, che per certi versi si sarebbe poi liberata definitivamente negli anni ’90 prendendo la strada della Cool Britannia e (nella musica) del Britpop(2), trovando anche continui intrecci con il calcio e la cultura da stadio.

(1) la stessa Haçienda, con gli iconici colori giallo e nero disegnati da Ben Kelly, è stata già celebrata da Puma nelle scorse stagioni sia con l’abbigliamento casual che con la maglia da trasferta del City per la stagione 2019/2020
(2) per saperne di più sul mix culturale fra musica e calcio negli anni ’90 inglesi, ti consigliamo l’articolo “It’s coming home” su l’Ultimo Uomo
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