Il fact checking per capire quanto è importante il nuovo stadio, e se Inter e Milan lo pensano nel modo giusto.
Nonostante il dirompente entusiasmo (condivisibile) per la possibile costruzione del nuovo stadio di Milano, il dibattito mediatico degli ultimi mesi si è accavallato su una serie di aspetti e dettagli, talvolta specifici, creando in parte confusione nel merito e, dal lato opposto, sfruttando una promozione dei dati talvolta (forse troppo) schierata e parziale.
Proviamo a mettere ordine fra tutti gli spunti che circondano l’idea del nuovo stadio, in parallelo alla possibilità di ristrutturare San Siro, con un’analisi e una verifica dei fatti. Un modo con cui ciascuno possa formarsi una propria idea, basata sui fatti, riguardo a quanto serve il nuovo stadio e se Inter e Milan lo stanno pensando nel modo migliore possibile.
Ambito Tecnico/Architettonico
- San Siro ha pochi spazi interni da riutilizzare per servizi al pubblico e business: VERO – essendo uno stadio di vecchia concezione, il Meazza ha circa un decimo degli spazi che i grandi stadi contemporanei possono offrire e rendere profittevoli per i club
- è difficile intervenire sullo stadio così com’è, i tre anelli sono poco interconnessi fra loro: PARZIALMENTE VERO – proprio la stratificazione delle strutture può semplificare la ristrutturazione dell’edificio, permettendo di rimuovere una parte senza toccare quella vicino in modo invasivo
- la visuale dal primo anello è limitata solo al campo, quindi riduttiva per il tifoso: FALSO – dal primo anello del Meazza si possono vedere tutti i restanti tre lati dello stadio, eccezion fatta per le prime file più in alto
- i servizi igienici e di ristoro sono fortemente limitati, nell’attuale stadio, per quanto riguarda 2° e 3° anello: VERO – i bar posizionati nelle quattro torri angolari sono insufficienti a servire il numero di tifosi presenti, e i servizi igienici (seppur implementati negli ultimi anni) sono ancora sotto gli standard necessari rispetto alla capienza dello stadio
- è stato demolito Wembley, può essere demolito anche San Siro: FALSO – Wembley era uno stadio con visuale di scarsissimo livello, dispersivo, con pista d’atletica e servizi pressoché inesistenti. La base di partenza in termini di funzionalità era molto inferiore all’attuale Meazza. L’opportunità di un nuovo San Siro vive su necessità totalmente diversi e imparagonabili
- spesso si è parlato di Wembley come esempio principale per decidere cosa fare con San Siro… Ecco perché è utile leggere il libro “Wembley, la Storia e il Mito”, opera che racconta l’intera storia dello stadio nazionale inglese e il suo percorso di trasformazione (un ottimo metro di confronto con la situazione di Milano!) – puoi acquistare il libro qui
Ristrutturazione
L’ipotesi valutata dai due club prevederebbe l’eliminazione del terzo anello, il rifacimento del primo, la rimodulazione esterna con nuovo corpo addossato a ovest, la riduzione del numero di torri (mantenute solo quelle angolari e mediane nelle due curve) e l’abbassamento della copertura. I tempi sono stimati in 5 anni di lavori.
- la ristrutturazione costerebbe troppo, forse anche più che costruire il nuovo stadio: FALSO – nonostante sia stato uno dei cavalli di battagli del dibattito iniziale, questo è stato smentito dalla stessa analisi ufficiale di Inter e Milan: la ristrutturazione costerebbe circa 510 milioni di euro (con 115 milioni di mancati introiti durante i lavori, per la capienza ridotta) contro i 650 milioni di euro del nuovo stadio. L’eventuale aumento di costi dovuto al rischio d’impresa e a problemi non preventivabili è identico in entrambi i casi, come dimostra l’esperienza di molti stadi costruiti in tempi recenti e costati di più di quanto previsto (es.: nuovo stadio del Tottenham passato da 1 miliardo a 1,2 miliardi di sterline)
- la ristrutturazione stravolgerebbe l’immagine che conosciamo del Meazza: NON INDICATIVO – ovviamente la ristrutturazione cambierebbe il volto dello stadio attuale, ma nella misura in cui sono cambiati tutti gli stadi ristrutturati e/o ampliati in Europa dagli anni ’90 a oggi (da Old Trafford, a Manchester, al Vélodrome di Marsiglia, fino ai progetti di futura realizzazione per la ristrutturazione del Bernabéu di Madrid e del Camp Nou di Barcellona)
- impossibilità di giocare in condizioni di sicurezza durante i lavori: PARZIALMENTE VERO – l’unico motivo che aggraverebbe la possibilità di giocare durante i lavori è la presenza di due squadre (con il raddoppio del numero di partite in un anno). Questo allungherebbe i tempi, riducendo la velocità dei lavori. In tutti i casi recenti di ristrutturazione di stadi europei, i club hanno sempre continuato a giocare nel loro stadio durante la demolizione e la ricostruzione delle strutture circostanti
- necessità di giocare altrove durante i lavori: PARZIALMENTE FALSO – il disagio per i tifosi e i club sarebbe indubbio, ma uno stadio in ristrutturazione non è a prescindere “non utilizzabile” (v. punto precedente)
Ambito Urbanistico
L’area del Meazza è senza dubbio una commistione di spazi poco chiara, che non si è evoluta di pari passo con la città e le necessità dei tifosi in arrivo allo stadio. Va ripensata e, per farlo, i due club ne propongono una riprogettazione che permette di rafforzare la fattibilità del nuovo stadio.
- è fondamentale ridisegnare lo spazio urbano attorno al Meazza: VERO – servizi, spazi verdi, aree pedonali e vie di comunicazione, tutto va ridisegnato e implementato rispetto all’attuale piazzale di parcheggio del Meazza
- le nuove torri sono un elemento centrale del progetto: PARZIALMENTE VERO – lo sono perché garantiscono una cubatura commerciale che farà rientrare dell’investimento, ma diventano dominanti sullo stadio, la cui altezza fuori terra verrà dimezzata (da 68 a 30 metri, v. progetti presentati)
- il nuovo stadio sarà eco-sostenibile: VERO – il nuovo impianto avrà eccellenti standard di impatto ambientale, altrimenti impossibili da ottenere con la sola ristrutturazione del Meazza, anche nei confronti del quartiere
- Leggi tutti i nostri approfondimenti sulla questione del nuovo stadio di Milano, all’interno della sezione “Dossier San Siro”
Ambito Sportivo
- la capienza di 60-65mila posti è la migliore per il nuovo stadio, perché basata sull’affluenza media degli ultimi anni: FALSO – tutti i grandi club europei che hanno realizzato nuovi stadi, hanno raddoppiato o quasi la capienza, puntando a una visione in grande di sé stessi nel medio periodo. La flessione recente nel numero di spettatori a San Siro, attualmente già in ripresa, non è un motivo valido per ridurre la capienza (sarebbe un caso unico)
I numeri: la capienza massima prevista per il nuovo stadio di Milano sarà 65mila posti (con 12.500 posti premium). Attualmente il Meazza ha una capienza di 78mila posti (con 3.800 posti premium). La riduzione di capienza effettiva sarà, quindi, da 74mila a 52mila posti.
- il nuovo progetto renderà lo stadio vivibile 365 giorni l’anno: PARZIALMENTE VERO – renderà certamente vivibile dalla comunità soltanto il nuovo distretto urbano, mentre lo stadio potrà essere valorizzato grazie all’inserimento di servizi, museo e negozi al suo interno. Gli stadi moderni vivono nell’arco della settimana principalmente grazie agli eventi corporate e business ospitati al loro interno, non sono generalmente aperti alle persone comuni in modo trasversale (tranne in rari casi, quando ospitano palestre e piscine pubbliche, o punti ristoro effettivamente interni alla struttura dello stadio)
Alcune domande utili
Il nuovo stadio di Milano rappresenta un passo fondamentale a livello sportivo ed economico per il futuro di Inter e Milan. Di conseguenza, è lecito porsi delle domande che confrontano l’idea dei due club con le esperienze estere recenti.
- perché tutti i grandi club europei che hanno costruito un nuovo stadio, l’hanno realizzato con capienza maggiore rispetto al precedente?
- perché tutti i grandi club europei che hanno il proprio stadio, rafforzano questa situazione di unicità con ristrutturazioni o nuovi impianti mai in condivisione?
- gli esempi recenti di Olympique Marsiglia (2014), e futuri di Real Madrid e Barcellona: perché questi club hanno deciso di ristrutturare i loro grandi stadi e non di costruirne di nuovi?
Note: il progetto del nuovo Bernabéu prevede la ristrutturazione dell’impianto, con la rimodulazione delle gradinate e la ricostruzione della copertura, l’aumento della capienza a 82mila posti per un costo di oltre 500 milioni di euro. Il nuovo Camp Nou passerà da 99mila a 105mila posti, con il completamente del terzo anello, l’ampliamento dell’intera tribuna principale e la costruzione di una nuova copertura (per un costo di 600 milioni di euro).
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Grazie a te Stefano per l’apprezzamento e per la condivisione dei punti critici. Sono convinto che una base di 60mila posti “normali”, a cui aggiungere i premium, sia la base minima da cui partire. Invece, in questo modo, si scenderebbe a uno stadio effettivo da 52mila posti, una scelta paradossale rispetto a qualunque piano di crescita sul medio periodo che i due club dovrebbero impostare, sfruttando proprio il nuovo stadio.
Inoltre, la gentrificazione del pubblico e la riduzione dei posti sono due mosse ampiamente superate in europa da almeno una decina d’anni: erano servite all’Inghilterra post 1990 (e successivamente al resto d’Europa) per contrastare il fenomeno hooligans e tracciare la via dei nuovi stadi/teatri/luoghi di spettacolo, ma ora i club stanno invertendo la rotta e ricominciano a fare scelte diverse. Risulta abbastanza incomprensibile che I/M rimangano legati a schemi così vecchi.
Approfondito ed esauriente. La PESANTE
riduzione di capienza prevista, assurda per una città e due squadre che vogliono Vincere, è da porre alla attenzione di chi prenderà le decisioni e pone comunque pesanti interrogativi Sulla accessibilità per il pubblico ordinario. Il riferimento alla media degli spettatori degli ultimi 10 anni è di per sé sbagliato e riduttivo. Si punta alla clientela corporate rendendo Lo spettacolo ELITARIO. La storia dei campionati è delle coppe e rappresentata dalle giornate degli 80 mila di s. Siro.
Grazie.