Una guida per trovare gli ultimi resti dello storico stadio, in giro per Londra.
Quando Wembley fu demolito, all’inizio degli anni Duemila, per far spazio al nuovo stadio, la cancellazione del suo elemento iconico principale fu un tema di dibattito e di forte impatto emotivo per il calcio mondiale ma anche per l’architettura: le due “torri gemelle” non vennero risparmiate dalle ruspe di cantiere, nonostante fossero sottoposte a vincolo dall’English Heritage (l’ente inglese di tutela dei beni culturali), e si persero per sempre, anche se rappresentavano uno stile architettonico unico nella storia inglese ed europea, e una testimonianza insostituibile del vecchio edificio.
In realtà, un frammento di una delle due torri oggi è ancora visibile in un punto specifico di Londra, e racconta di un percorso di conservazione e tutela del patrimonio piuttosto bizzarro sia nell’approccio che nel risultato. E ci offre una piccola finestra sulla storia, sopravvissuta al tempo e ai cambiamenti.
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Per celebrare, raccontare e scoprire la storia centenaria di Wembley, ho scritto un libro dal titolo “Wembley, la Storia e il Mito” (ed. Urbone, 2021): 160 pagine, con oltre 50 immagini tra fotografie, scatti d’epoca, memorabilia e disegni, che percorrono la genesi, la progettazione, la realizzazione e la trasformazione di questo stadio unico al mondo, attraverso storia, architettura, sport e cultura pop.
Con la prefazione di Fabio Capello, e i contributi di arch. Sir Norman Foster, Giovanni Capuano, Roberto Gotta e Massimo Marianella.
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Qui di seguito un breve estratto (dal capitolo 8, “Il nuovo stadio (2007)”):
Nel corso della pianificazione e del dibattito per la costruzione del nuovo stadio, durati quasi dieci anni, si provò a lungo a inserire le due torri nel disegno del nuovo edificio, accavallando proposte e ipotesi fra le più svariate. Dal 1976, le torri di Wembley erano classificate come edificio vincolato di categoria “Listed Building Grade II”, il terzo livello per importanza nella scala gerarchica della tutela inglese […] e la prima considerazione da fare nel progetto del nuovo stadio fu quella di conservarle, demolendo tutto il resto.
La loro importanza risiedeva nell’essere l’elemento di spicco della facciata esterna principale dello stadio, e di rappresentare le molteplici influenze estetiche e architettoniche della Gran Bretagna di inizio Novecento […] definite da quello stile coloniale misto che era parte integrante della società britannica di inizio ‘900 […] dichiaratamente ispirata al palazzo del Viceré di Nuova Delhi
[…] Ma quando Sir Norman Foster approcciò il progetto del nuovo impianto, dopo aver ricevuto l’incarico ufficiale fra il 1996 e il 1998, si rese immediatamente conto che quello specifico elemento che nobilitava l’immagine di Wembley ora poneva invece un enorme problema di fattibilità all’intera operazione.
Nell’immaginare uno stadio molto più grande dell’esistente, e molto più invasivo anche dal punto di vista tecnologico, era davvero difficile riuscire a trovare una collocazione per le due torri, anche a causa dei limiti dell’area su cui sorgeva l’edificio.
[…] la municipalità locale (Brent Council) aveva dato il via libera al progetto di riqualificazione a patto che le due torri venissero mantenute, con la minaccia di ritirare i permessi di costruire se invece si fosse optato per la demolizione totale. […] si ragionò sulla possibilità di isolare le Twin Towers con un’ambiziosa ipotesi di smontaggio e rimontaggio in loco (un procedimento che in architettura si definisce anastilosi), quasi a creare un portale monumentale d’accesso (ma) il cemento armato delle torri non avrebbe retto, frantumandosi e finendo per rendere inutile l’intervento.
[…] Ogni proposta risultava dunque in un progetto incompleto e, per certi aspetti, ridimensionante anche a livello di futuro sviluppo urbanistico dell’intera area. I disegni finali del nuovo Wembley resero evidente come le due torri fossero incompatibili con il progetto di un nuovo stadio, e sia il Brent Council che l’English Heritage ritirarono le loro richieste.
Sulle tracce delle torri di Wembley, in due parchi di Londra
Curiosamente, all’interno di un percorso di tutela architettonica quasi strampalato, un frammento delle due torri di Wembley si salvò ed è oggi visibile da chiunque all’interno di un parco di Londra, non molto distante dal nuovo Wembley.
Tokyngton Recreation Ground è un parco pubblico situato a meno di un kilometro a sud dell’attuale stadio (lo trovate qui, su Google Maps). Adagiato in una delle aiuole all’ombra di alcuni platani, quasi isolato come una qualunque opera di arte urbana, si trova il pennacchio di base dell’asta della bandiera della torre est del vecchio Wembley (la torre di sinistra, guardando lo stadio frontalmente).
Dal 2003, quel piccolo elemento in cemento, sagomato con una doppia modanatura a ricordarci i piccoli abbellimenti dell’Art déco, osserva quieto il passare del tempo, con tanto di targa celebrativa per il 150esimo anniversario della Football Association inglese.
Nella zona di Northolt, a ovest della cintura cittadina della capitale, invece, ci sono i Northala Fields, straordinario spazio di verde pubblico appena a sud dell’autostrada A40: ci sono due laghi artificiali per praticare sport acquatici, aree giochi per bambini e aree attrezzate, e il fulcro del parco è costituito da un gruppo di quattro colline artificiali che ricordano antichi tumuli funerari dell’ancestrale storia britannica, ma che nascondono i resti del più famoso e affascinante stadio della storia del calcio mondiale.
Le colline sono state realizzate nel 2008 riutilizzando i detriti provenienti dalla demolizione del vecchio Wembley, e quelli del cantiere per la costruzione del centro commerciale Westfield, a Sheperd’s Bush (l’intero intervento di realizzazione dei 18 ettari di parco, costò circa 5 milioni di sterline).
La collina più alta si può scalare camminando lungo un sentiero a spirale, la cui ascesa rivela lentamente il paesaggio dell’ovest di Londra. La vista dall’alto è incantevole: le colline di Harrow e Horsenden si stagliano verso est, mentre i punti di riferimento dello skyline cittadino richiamano l’attenzione come piccoli frammenti all’orizzonte. E lì, che sbircia attraverso Horsenden Hill, spunta l’arco del nuovo stadio di Wembley.
» Per raggiungere Tokyngton Recreation Ground, qui su Google Maps, bisogna scendere alla fermata della metropolitana Stonebridge Park (Bakerloo Line e Overground Line), che è anche la fermata prima di Wembley Central (quella che vi porta allo stadio). Uscendo dalla stazione bisogna dirigersi appena verso est, ed entrare nel parco Tokyngton Recreation Ground dall’accesso lungo il passaggio della North Circular Road. Il pennacchio della torre di Wembley si raggiunge dopo circa 10 minuti a piedi, camminando verso l’interno del parco.
Ho visitato Tokyngton Ground nel 2017 e vi allego la mappa per raggiungerlo, qui sotto (oppure con link del percorso direttamente tramite Google Maps). Un mio articolo in merito è stato anche pubblicato nel 2018 in collaborazione con la rivista inglese Londonist.
» Northala Fields è a circa 10 minuti a piedi dalla stazione della metropolitana di Northolt, qui su Google Maps. Per chi arriva in auto, sono previste due aree parcheggio adiacenti al parco (maggiori info qui).
visualizza la mappa ad alta definizione, qui
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Cover image: Vista esterna del vecchio stadio di Wembley, circa 1996 (photo: Martin Thirkettle and licensed for reuse / CC BY-SA 2.0)
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