Alcuni spunti interessanti dalla proposta seconda classificata.
Nella graduatoria finale del bando per il restyling dello Stadio Franchi di Firenze, la proposta 2^ classificata è risultata essere quella firmata dall’arch. Vincenzo Corvino, dello studio Corvino+Multari, in partnership con Kengo Kuma & Associates. Nell’ambito di un approfondimento un po’ più ampio sulle proposte di intervento sul Franchi, e per darvi elementi utili di confronto al di là del progetto vincente (Arup Italia, ne abbiamo parlato qui), in questo articolo vogliamo analizzare da vicino la proposta di Corvino+Multari, grazie anche alla disponibilità dello studio di architettura che ci ha concesso il materiale che pubblichiamo qui di seguito.
L’intenzione di Corvino+Multari è stata quella di immaginare una nuova cavea interna di gradinate che si mostrasse come un elemento evocativo del clima culturale nel quale operò Nervi, improntato alla innovazione, allo sperimentalismo, e alla capacità ideativa dell’ingegneria e dell’architettura. In questo senso quindi va letta la decisione di far fuoriuscire il nuovo intervento architettonico dal perimetro del Franchi, con un impatto visivo evidente ma con linee dolci e graziose, decisamente armoniche, in abbinamento a un’operazione di ripristino e consolidamento della struttura originale dello stadio e all’eliminazione delle aggiunta poste in opera in particolare fra gli anni ’70 e i Mondiali 1990.
Nella formulazione della proposta progettuale, che ha come oggetto la conservazione, la protezione e la valorizzazione di un bene architettonico con valore testimoniale, si è seguito un approccio metodologico proprio del restauro critico-conservativo. In vista della trasmissione dei valori storici e figurativi del monumento, veicolati attraverso la conservazione della materia dell’opera, la proposta si inserisce nell’ottica di liceità dell’inserto contemporaneo all’interno di un palinsesto storico stratificato.
Corvino+Multari X restyling Stadio Franchi
La proposta ha previsto lo spostamento del campo da gioco di 4 metri (e l’interramento a quota -1,00 m) verso la Tribuna Centrale, così da realizzare due nuove gradinate davanti alle curve ma anche nuovi settori davanti alla Tribuna Maratona. Il profilo dei nuovi inserimenti quindi è variabile, e si accentua verso gli assi delle nuove curve, mentre lo stadio nel suo complesso converge sulla Torre Maratona e sulla pensilina aggettante storica, esaltandoli come i due elementi salienti della cavea.
La scelta estetica principale è derivata dalla volontà di realizzare una copertura a membrana tesa, impostata sul bordo superiore dei nuovi spalti interni e ancorata in modo diffuso tramite cavi di riva esterni subverticali, per nulla invasivi nell’immagine. L’idea è molto interessante perché garantisce la continuità esterna della struttura originaria ma trae spunto da essa, valorizzandola anche con un effetto di geometrie e di illuminazione che sottolinea (per esempio) la scansione ritmata delle costolature delle nuove gradinate in continuità con la sequenza dei pilastri esterni delle gradinate storiche (un effetto visivo che si apprezza in particolare nell’immagine del prospetto esterno generale).
Proprio per ottimizzare gli spazi, e sfruttare l’integrità delle strutture storiche, l’idea di Corvino+Multari ha previsto un cambio di gerarchie dove la Tribuna Maratona sarebbe diventata la nuova “tribuna centrale”, ricavando spazi interni e locali sia per hospitality che per le squadre e gli addetti ai lavori in una parte volumetrica semi-interrata (garantita dalla traslazione del campo e dalla costruzione dei nuovi settori di gradinate). Al contrario, la vecchia Tribuna Centrale viene recuperata nelle sue sale interne come perfetta sede museale che valorizza l’aulicità dei locali già esistenti.
A livello complessivo, c’è stato poi anche un ampio ragionamento sulla sostenibilità del nuovo edificio-stadio (in parte sul modello della Johan Cruijff ArenA) per esempio tramite copertura fotovoltaica, sistema di recupero acque e implementazione di un impianto geotermico sotterraneo, e alla flessibilità degli spazi intermedi fra nuova struttura e perimetro storico.
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Corvino+Multari
Vincenzo Corvino (1965) e Giovanni Multari (1963) fondano nel 1995 lo studio corvino + multari, con sede a Napoli e uffici a Milano. Partecipano a numerosi concorsi nazionali ed internazionali a seguito dei quali realizzano edifici per abitazioni ed uffici, pubblici e privati, e interventi di riqualificazione urbana e di rigenerazione di aree dismesse. Lo studio pone grande attenzione sul rapporto fra arte e architettura e sulla possibilità di adeguare e rinnovare architettura moderne in ottica contemporanea, con progetti che siano definiti dalla natura specifica di ogni luogo.
La proposta per il bando di restyling del Franchi è stata realizzata in partnership con il prestigioso studio Kengo Kuma & Associates, dell’architetto giapponese Kengo Kuma, già attivo in altri progetti sportivi recenti, fra cui lo Stadio Nazionale di Tokyo.
Grazie a Marco Staiano, e allo studio Corvino+Multari, per la gentilissima disponibilità
- leggi tutti i nostri approfondimenti legati allo Stadio Franchi, nella sezione Dossier Firenze
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