Alcuni loghi legati al calcio e creati dal celebre grafico romano.
Il tratto di Piero Gratton, scomparso venerdì 3 aprile all’età di 80 anni, rimane nell’iconografia di un periodo del Novecento italiano ben preciso, nel quale i colori e le forme geometriche iniziavano a diventare dinamici, ma legati fra loro da un’armonia regolare e ragionata.
Il grafico romano, che ha legato gran parte della sua carriera lavorativa alla RAI, è ricordato principalmente per lo splendido lupetto diventato stemma ufficiale dell’AS Roma nel 1978, e rimasto sulle maglie giallorosse fino alla stagione 1996/97 (salvo poi essere recuperato in anni recenti per la seconda o la terza maglia). Un logo all’avanguardia rispetto ai trend del calcio dell’epoca, e ancora attuale oggi, in un momento storico in cui lo sport ha riabbracciato la stilizzazione degli oggetti come loghi rappresentativi.
Piero Gratton, oltre allo stemma della Roma, per cui disegnò anche tutte le tessere d’abbonamento dal 1974 al 1981, e a quelli altrettanto memorabili di Bari, Palermo e Pescara, firmò il logo degli Europei di calcio 1980, ospitati in Italia. Un fiore declinato con i pentagoni di un pallone, bordato di rosso, fucsia e giallo, a cui si abbinava la mascotte di un piccolo Pinocchio con naso tricolore e cappello a barchetta.
Euro 1980 fu disputato in Italia dall’11 al 22 giugno, con 14 partite suddivise fra 4 stadi: l’Olimpico di Roma (sede anche della finale), San Siro a Milano, il San Paolo di Napoli e il vecchio Stadio Comunale di Torino. L’Europeo fu vinto dalla Germania Ovest. La canzone ufficiale del torneo era “Goal”, degli Eurokyds.
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