Non parlarne non sarebbe giusto e, anzi, molti aspetti legati agli stadi sono al centro dei paradossi di questo torneo.
Cosa troverete su Archistadia (sito web e profilo Instagram) riguardo i Mondiali di Qatar 2022?
Sono ben consapevole delle incredibili storture di questo Mondiale, dell’errore nell’assegnarlo in prima battuta al Qatar, delle contraddizioni sociali e delle continue violazioni dei diritti umani che sono proprie di questo Paese.
Rinunciare a parlare di quello che qui ci interessa (stadi, architettura, tecnologia, sostenibilità) e che fa parte anche di Qatar 2022, credo però che non sarebbe giusto. Perché andrebbe contro al senso stesso del progetto Archistadia, che ho sempre voluto portare avanti per spiegare le dinamiche dell’architettura sportiva in modo onesto, al di là delle singole situazioni specifiche e dei banali dibattiti mediatici.
Capisco chi mi ha scritto (e lo ringrazio) chiedendo di discostare il valore di Archistadia dal tema-Qatar.
Ma molti aspetti che sono legati agli stadi sono anche direttamente connessi ai gravi problemi di questo torneo. Per questo cercherò di parlare di ciò che riguarda il Mondiale concentrandomi su dinamiche e dettagli specifici (dai morti nei cantieri per gli stadi al problema della sostenibilità e dello spreco di risorse energetiche, fino a singoli e utili spunti estetici e architettonici degli stadi).
Sento che evitare di parlarne in assoluto sarebbe come far finta di non vedere. E nel mio piccolo preferisco portarvi comunque articoli e contenuti per avere una base su cui ragionare. Senza celebrazioni, senza entusiasmo, soltanto un racconto per saperne un po’ di più e per capire i tanti problemi di questo torneo paradossale.
AC
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