Lo stadio di casa della Puskás Akadémia FC è quasi un’ostentazione del gusto eclettico per l’architettura.
A un osservatore esterno, la Pancho Arena potrebbe sembrare la versione gigante di una di quelle tradizionali case di campagna ungherese, dove il tetto spesso di paglia culmina con una particolare forma a trapezio, da cui spunta una mansarda che sormonta l’impianto di mattoni intonacati di bianco e frammentati da serramenti e perlature in legno antico.
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Lo stadio della Puskás Akadémia FC (Puskás Ferenc Labdarúgó Akadémia, club nato nel 2005 inizialmente come accademia per produrre talenti per il Fehérvár Football Club) è qualcosa di molto particolare nel panorama del calcio europeo, un edificio quasi eccentrico, con un gusto per l’architettura che spinge sul piano dell’estetica prima ancora che sul rapporto con il luogo.
Il senso estetico dello stadio va ricercato nell’architettura organica tradizionale della storia ungherese, qui addirittura portata a un livello più alto, con un effetto complessivo che richiama l’imponenza e la sacralità di una cattedrale antica.
Costruito sul progetto firmato dagli architetti Imre Makovecz e Tamás Dobrosi, e dall’ingegnere László Pongor, e costato quasi 13 milioni di euro(1), ha una capienza di 3.500 posti (nonostante il villaggio di Felcsút abbia una popolazione di circa 1.700 abitanti) che ne fa un impianto in linea con i requisiti UEFA per le gare internazionali, e sottolinea l’intento di fare del Puskás Akadémia FC un veicolo per rilanciare il calcio ungherese ai fasti della metà del Novecento.
Se all’esterno lo stadio è quasi una grande abitazione, avvolta da un colore uniforme bianco e completata da un tetto irregolare sorretto da graziosi elementi in legno, è l’interno a svelare la vera cifra artistica dell’impianto.
Il lungo e basso anello di gradinate è avvolto da un trionfo di pilastri ad albero in legno lamellare(2), che poggiano su un perimetro di basamenti in cemento armato. Si crea un intreccio di diramazioni che curva verso il campo e crea un effetto ipnotico, incombente, acuito dall’illuminazione che ne esalta le forme e le linee.
Il senso estetico dello stadio va ricercato nell’architettura organica tradizionale della storia ungherese, qui addirittura portata a un livello più alto, con un effetto complessivo che richiama l’imponenza e la sacralità di una cattedrale antica. Anche la posizione dello stadio, lungo un pendìo con un dislivello di 8 metri fra un lato e l’altro dell’edificio, ha consigliato scelte precise e oculate: il lato est è più semplice e uniforme, mentre il lato ovest (con l’ingresso aulica alla tribuna principale) è incastonato da tre torrette a cono che svettano all’interno di un profilo della copertura che inventa curve e controcurve, scivolando verso un contesto quasi fantastico ed eclettico.
Oltre alle aree di servizio per le due squadre coinvolte nelle competizioni maggiori, lo stadio e l’area circostante ospitano altri 12 spogliatoi, un centro medico, una palestra e una residenza/dormitorio dedicati alle squadre giovanili.
L’ingresso per le squadre e i media avviene dalla tribuna ovest, mentre i tifosi entrano solo dai lati nord e sud e vengono poi distribuiti verso i vari settori grazie allo sviluppo di percorsi interni ben precisi.
Alcuni dati:
- anno di costruzione: 2012-2014
- capienza: 3.800 posti
- progetto di: Doparum Architects, Tamás Dobrosi
- chi era Ferenc Puskás: (1927-2006), attaccante e poi allenatore, è considerato il miglior calciatore della storia d’Ungheria e fra i migliori della storia del calcio mondiale. Record di gol con la Nazionale, ha legato il suo nome al club ungherese dell’Honved e poi al Real Madrid
- perché “Pancho Arena”? Pancho era il soprannome dato a Puskás negli anni di militanza nel Real Madrid
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(1) Vanno ricordate anche una serie di polemiche e situazioni controverse emerse attorno alla costruzione dell’impianto: il paese di Felcsút è il luogo in cui il premier ungherese Viktor Orbán ha passato la maggior parte della sua infanzia e dove oggi possiede un ampio terreno e una residenza personale.
Lo stadio si trova di fatto a poca distanza dalla residenza, e fu costruito utilizzando fondi governativi e coinvolgendo aziende e finanziatori già connessi al primo ministro durante il suo primo mandato politico in carica. Lo stesso Orban in quel periodo aveva approvato leggi che garantivano benefici alle aziende che avessero supportato gli investimenti infrastrutturali sportivi.
(2) sono stati usati un totale di 1.000 tonnellate di legno lamellare per la realizzazione di tutti gli elementi dello stadio, grazie al lavoro dell’azienda Rubner Holzbau Srl, di Bressanone (Bolzano)
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