L’evoluzione dello stadio di Modena.
Inaugurato nel settembre 1936, lo stadio Comunale di Modena fu costruito per completare il nuovo polo sportivo cittadino, insieme alla piscina comunale di via Dogali, all’ippodromo e al palazzetto coperto adiacenti.
Era un progetto ambizioso, che permetteva di dare una nuova casa al Modena Calcio e si sviluppava secondo due entità:
- quella principale era ovviamente l’edificio-stadio, con campo da gioco e pista per gare di atletica leggera, dominato dalla tribuna curvilinea sul lato est
- l’altra era il fabbricato destinato a servizi (situato lungo viale Monte Kosica) e che verrà terminato nel 1942, dedicato a ospitare gli ingressi, le biglietterie, gli spogliatoi per gli arbitri, una palestra e il salone per le adunate.
In principio pensato da Pier Luigi Nervi, che aveva effettivamente vinto il bando di concorso per il progetto dello stadio, l’impianto fu in realtà disegnato dall’ing. Umberto Costanzini, che aveva già firmato l’architettura di un altro storico stadio italiano: il Dall’Ara di Bologna (1927) insieme a Giulio Ulisse Arata(1).
Costanzini tracciò uno stadio dominato da un’elegante tribuna coperta dalla sezione curvilinea, studiata per garantire la perfetta visibilità agli spettatori e che è parte integrante dello stadio ancora oggi.
Da Cesare Marzari ad Alberto Braglia
Nato come Stadio Comunale, già nel 1938 l’impianto viene intitolato a Cesare Marzari, ex calciatore del Modena caduto nella Guerra Civile spagnola.
Dal 1957 l’impianto è poi dedicato al ginnasta Alberto Braglia, considerato probabilmente il più grande della storia d’Italia. Braglia, originario proprio del modenese (1883-1954), fu capace di vincere di 3 ori olimpici: Atene 1906 (Giochi Intermedi), Londra 1908 e Stoccolma 1912 (in quest’ultima edizione fu anche il portabandiera dell’Italia alla cerimonia inaugurale(2).
Inizialmente, la capienza dello stadio di Modena si attestava sui 16mila spettatori ma salirà a 20-21mila in tempi recenti, quando l’impianto affronterà un percorso di virtuoso ampliamento e restyling portato avanti su quattro fasi separate nel primo decennio degli anni 2000.
La seconda e la terza fase di lavori di restyling del Braglia di Modena, in particolare, hanno rappresentato un momento decisivo nell’evoluzione dell’impianto.
Con il raccordo della curva alle due tribune e l’eliminazione della pista d’atletica, con realizzazione di un nuovo settore di gradinata più vicino al campo, si è ottenuto l’aumento di capienza e una coerenza maggiore fra i vari settori.
Ma l’intervento principale è stato la realizzazione della copertura, con un progetto firmato da MJW Structures che ha riletto le forme curve della tribuna centrale storica riproponendole nelle nuove parti dell’edificio: le travi arcuate a sciabola scelte come elemento strutturale principale hanno dato l’impostazione armonica della nuova L di copertura dei due settori, una scelta che ha riunito fra loro tutte le aggiunte fatte allo stadio e che ora attende solo il prolungamento della copertura sulla gradinata nord.
- le foto dei lavori di ampliamento, presenti in questo articolo, sono state gentilmente concesse ad Archistadia dal prof. Massimo Majowiecki, studio MJW Structures – tutti i diritti riservati – si ringrazia il prof. Majowiecki e Monica Mingozzi
(1) La genesi dello stadio di Bologna e le ragioni del suo progetto sono approfondite qui sul sito, in questo articolo: Un Colosseo per Bologna: genesi dello Stadio Littoriale
(2) la vita di Alberto Braglia fu costellata di alti e bassi, di splendidi successi e di drammatiche cadute, il tutto oggi raccontato anche nel libro “Alberto Braglia. L’atleta del Re” (di Stefano Ferrari, edito da Minerva, 2020) – acquistabile qui, su Amazon.
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Cover image: photo via Modena Calcio
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