Lo sport in uno dei luoghi più remoti del mondo.
Forse molti di noi hanno sentito nominare il Bhutan almeno una volta nella vita. Collocarlo sulla cartina geografica senza affanni non è così scontato, certo, ma uno dei dettagli forse più riconoscibili rimane la bandiera nazionale giallo-arancio, con il dragone disegnato al centro.
E sì, con una popolazione complessiva di poco superiore ai 700mila abitanti, incastonato fra l’India e il Nepal, anche il Bhutan ha una sua Nazionale di calcio, tornata agli onori della cronaca in tempi recenti per la doppia vittoria contro lo Sri Lanka nel primo turno preliminare di qualificazione ai Mondiali 2018, 1-0 in trasferta e 2-1 in casa. Un risultato che rappresenta una rarità per una Nazionale che viaggia intorno al 200esimo posto del ranking FIFA a livello mondiale.
Ma dove gioca il Bhutan? Per saperlo bisogna arrampicarsi a 2.300 metri d’altitudine nelle vallate ai piedi dell’Himalaya, arrivando fino alla capitale Thimphu, 80mila abitanti. Qui, in strada non ci sono semafori: è l’unica capitale al mondo che ne è sprovvista, dopo le continue proteste della popolazione che ne richiese la rimozione alcuni anni fa, ritenendoli “oggetti impersonali”.
Changlimithang Stadium, luogo di storia e cultura del Bhutan
Lo stadio nazionale è il Changlimithang Stadium, non solo un impianto sportivo ma soprattutto un luogo che rappresenta la storia del Paese. Venne costruito nel 1974 sul terreno di una delle battaglie decisive per l’unificazione del Bhutan: era il 1885 e il leader Ugyen Wangchuk, dopo varie ribellioni e guerre civili, portava il paese all’unità staccandosi dalle mire di potere tibetane, e mantenendo, al contrario, un legame solido con l’allora governo centrale britannico.
Lo stadio qui è inteso a tutti gli effetti col significato architettonico dell’edificio di tradizione antica, quando strutture di ampie dimensioni erano dedicate a diverse discipline sportive e si estendevano soprattutto in lunghezza, come lo Stadio di Olimpia, ad Atene, o lo Stadio del Circo Massimo, a Roma. Il Changlimithang Stadium venne completato in tempo per l’incoronazione di Jigme Singye Wangchuck, IV Druk Gyalpo¹ (Re o Capo dello Stato bhutanese), ed era pensato per ospitare molteplici sport: il calcio, innanzitutto, ma anche squash, tennis, competizioni nazionali di tiro con l’arco (vera disciplina tradizionale locale) e, addirittura, il biliardo.
¹ Druk Gyalpo è il titolo di Capo di Stato del Bhutan, e la sua traduzione letterale è “Re Drago”. Si tratta di una carica ereditaria.
Fra la piazza con la Torre dell’Orologio, a ovest, e la grande statua del Buddha in cammino, a est, si estende questo appezzamento di terreno, lungo e stretto da nord a sud, dove il campo da calcio è solo una delle tante porzioni che si susseguono, e compongono l’intero complesso. Sul lato ovest si allunga la tribuna contemporanea per quasi 200 metri, costruita in cemento armato durante i lavori di ampliamento dello stadio, nel 2008, in occasione del centenario dell’unificazione del paese: due anelli di gradinate, con 21 file, per una capienza di circa 30mila spettatori.
A Thimphu non ci sono semafori: è l’unica capitale al mondo che ne è sprovvista, dopo le continue proteste della popolazione che ne richiese la rimozione alcuni anni fa, ritenendoli “oggetti impersonali”
All’interno di questa nuova struttura, che ha sostituito la precedente tribuna, più piccola e spartana, hanno trovato posto una serie di spogliatoi adeguati alle diverse discipline sportive e locali vari di servizio e uffici, anche se l’ampliamento ha portato alla rimozione di alcuni vecchi campi da gioco secondari per pallacanestro e tennis.
L’elemento principale dello stadio è, invece, la tribuna con il palco reale. Opposta alla nuova gradinata, sul lato est dello stadio, il Royal Pavilion rappresenta lo storico padiglione a balconata in stile Dzong, ampliato con i lavori del 2008 che aggiunsero due ali laterali più piccole ma in perfetta armonia con lo stile dell’edificio centrale originale.
Lo stile Dzong è lo stile architettonico tipico del Bhutan (e del Tibet) e utilizzato comunemente nell’edilizia civile e religiosa fino alla fine del 19esimo secolo. Ebbe il momento di maggior diffusione nel corso del 1600 e, in alcuni dettagli specifici, è comparabile agli esempi dei castelli e delle fortezze fra romanico e gotico europeo. Il complesso edificato è spesso alto e massiccio, e termina con la presenza di torri sormontate da tetti in legno e bambù a falda (svasati alla base) e pennacchi ornamentali (la più grande fortezza Dzong in Bhutan si trova nella località di Trongsa).
Le due nuove ali della tribuna reale hanno riproposto il disegno del padiglione centrale, mantenendosi però a un’altezza più bassa in modo da valorizzare ancora di più il palco originale. Anche nei particolari e negli intagli ornamentali si nota una fedele rappresentazione degli elementi peculiari dello stile Dzong, specialmente nella scansione di forme e colori delle perline e degli elementi in legno della balconata, fedeli all’estetica tradizionale.
Con i nuovi lavori di ampliamento, il Comitato Olimpico del Bhutan ha trovato sede permanente e ufficiale all’interno dello stadio, sul lato nord, mentre nel 2011 sono stati realizzati ulteriori ammodernamenti al campo di calcio: sono stati installati i riflettori per le partite in notturna, ed è stato rifatto completamente il terreno di gioco con la realizzazione di un campo in erba sintetica. E proprio il nuovo campo in erba artificiale ha permesso al Changlimithang Stadium di diventare luogo al servizio della popolazione, e trasformarsi in un esempio unico a livello mondiale.
Oggi, infatti, lo stadio nazionale del Bhutan è aperto al pubblico: il campo da calcio è a disposizione per essere affittato dalla cittadinanza per le partite di calcio amatoriali, con orari ben precisi (pomeriggio-sera in settimana e tutto il giorno nei weekend), ed è ormai molto popolare fra gli abitanti di Thimphu.
Gli introiti derivanti dall’affitto del campo vengono poi reinvestiti dalla Federazione nell’ammodernamento di altri campi più piccoli, sparsi nel Paese, con l’obiettivo di migliorare gradatamente tutti i servizi sportivi per la popolazione anche al di fuori dalla capitale.
Per saperne di più:
- “The Other Final”, Johan Kramer (2003), film documentario che racconta la sfida Bhutan-Montserrat – le due “peggiori” Nazionali al mondo, secondo il ranking FIFA – disputata al Changlimithang Stadium il 30 giugno 2002, in concomitanza con la finale della Coppa del Mondo tra Germania e Brasile (su Youtube si trova il documentario suddivido in otto parti, qui la parte 1)
- Bhutan-Montserrat – l’altra finale, il racconto dell’evento
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