Com’è lo stadio di Lignano, dove il Pordenone sta giocando le partite di Serie B 2020/2021.
La stagione di Serie B 2020/2021 del Pordenone si sta svolgendo sullo sfondo di uno scenario unico per l’intero panorama calcistico italiano. Per affrontare la stagione, e adeguarsi ai criteri infrastrutturali del campionato cadetto, infatti, i nero-verdi hanno dovuto spostarsi 60 km a sud-est, lungo la costa adriatica di Lignano Sabbiadoro, allo Stadio Guido Teghil.
Sviluppato su pianta ovale, come un tradizionale impianto sportivo comunale di medio livello, una grande tribuna centrale e un parterre sul lato opposto, il vero protagonista della scena è rappresentato dai “vicini d’ombrellone”, il parco acquatico Aquasplash.
Situato appena a fianco del perimetro dello stadio, tanto che una palla spazzata via dalla difesa potrebbe tranquillamente finire in una delle sue piscine, l’Aquasplash è lo sfondo principale di ogni partita casalinga del Pordenone, con i suoi scivoli colorati che riempiono ogni cono visivo sulla partita, e si integrano perfettamente con i seggiolini dello stadio, rinnovati appositamente in versione multi-colore per coerenza compositiva.
La città di Lignano non è nuova a scelte di marketing argute, come l’aggiunta di “Sabbiadoro” alla propria denominazione ufficiale già nel lontano 1935, per poter attirare ancor più visitatori. A settembre di quest’anno aveva giocato qui la Nazionale Under-21 (e in precedenza le selezioni U-20 e U-19), e le autorità comunali si sono spese in modo deciso per riuscire a portare il Pordenone in città, con un accordo che prevede anche l’aggiunta del nome della città sul retro della maglia nero-verde.
Il Pordenone aveva ottenuto la promozione in Serie B al termine della stagione 2018/19, ed era la prima volta che il club arrivava così in alto nella sua storia secolare (il club è stato rifondato nel 2004, ma la fondazione originaria risale al 1920). Ma per una città di soli 50mila abitanti, il problema di adeguarsi alle stringenti richieste infrastrutturali del nuovo campionato era stata subito evidente. Impossibile riuscire a giocare nel proprio stadio, il Velodromo Ottavio Bottecchia, struttura anche quasi “immodificabile” vista la sua natura polisportiva.
Un primo trasferimento (temporaneo) il club l’aveva fatto in direzione Udine, alla Dacia Arena dell’Udinese. Pur con una media spettatori di 2.500 persone, a fronte della capienza dello stadio di circa 25mila posti, si era trattato di un primo tentativo comunque accettabile. Dopo il lock-down della primavera 2020, poi, i nero-verdi si erano spostati al Nereo Rocco di Trieste per completare la stagione e, nonostante il percorso nomade durante il campionato, avevano raggiunto risultati eccezionali, sfiorando addirittura la promozione in Serie A con la sconfitta in semifinale play-off contro il Frosinone.
La decisione di stabilirsi allo Stadio Guido Teghil di Lignano sembra ora un interessante compromesso per il Pordenone. Lo stadio ha una capienza di 5mila posti e, in tempo per l’inizio della stagione di Serie B 2020/21, è stato interessato da alcuni lavori di adeguamento per poter ottenere la licenza per il campionato cadetto: con una spesa complessiva di 900mila euro, tramite fondi comunali e regionali, sono stati potenziati o implementati tutti i locali e gli spazi necessari a staff, media e GOS, oltre a un rinnovamento degli arredi destinati alle squadre, a bordocampo, la riconfigurazione degli ingressi e dei varchi verso i vari settori di gradinata, e il rifacimento del manto erboso.
I 5mila posti di capienza, inoltre, sono stati raggiunti con la realizzazione di una piccola gradinata prefabbricata da 800 posti, che è andata a integrare il resto della struttura, oltre alla realizzazione di parcheggi esterni in numero adeguato sia per gli spettatori che per i camion regia/media e squadre.
Il Pordenone ha esordito allo Stadio Teghil in occasione della terza giornata di campionato, pareggiando 3-3 contro la Spal. E sempre con quegli scivoli colorati a fare da sfondo e a rendere il campionato dei Ramarri unico nel suo genere.
Questo articolo è stato scritto da Tom Griffiths e originariamente pubblicato in lingua inglese su “Calcio England” il 30 ottobre 2020 – traduzione in italiano a cura di Antonio Cunazza
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