Alcuni spunti di storia che possiamo cogliere dalla coreografia vista prima di Zenit-Juventus.
Nei minuti precedenti al calcio d’inizio di Zenit-Juventus, terza partita del girone di Champions League 2021/22, i tifosi di casa hanno svelato un enorme telone raffigurante lo Zar Pietro I (Pietro il Grande), con una scritta evocativa “22.10.1721 – Russian Empire”. Oltre all’effetto spettacolare della coreografia srotolata dalla copertura del Krestosvky Stadium, questa sola immagine racconta alcuni spunti interessanti di storia e arte che possiamo riepilogare qui di seguito, e che sono fortemente identitari per la città di San Pietroburgo e per la storia nazionale.
Innanzitutto la figura di Pietro il Grande (1672-1725), considerato eroe nazionale, e prima Zar di Russia poi imperatore. Fu lui che decise di portare avanti i conflitti con Svezia e Turchia per ampliare il regno e garantirsi l’accesso al Mar Baltico e al Mar Nero: ottenne un successo militare solo nel primo caso (Grande Guerra del Nord), arrivando alla tregua con la Svezia nel 1721, e in precedenza era stato soprattutto colui che aveva fondato la città di San Pietroburgo, nel 1703, che farà poi diventare capitale dell’impero al posto di Mosca.
Ovviamente la genesi e lo sviluppo del regno, prima, e dell’impero, poi, di Russia, è un tema molto ampio che non può essere riassunto in questo articolo, ma che vi invitiamo ad approfondire.


L’immagine di riferimento scelta come modello per la coreografia è un dipinto del pittore francese Paul Delaroche (1797-1856), legato al movimento Romantico e profondamente classicista nello stile. Il ritratto di Pietro il Grande è ripreso dall’originale a olio su tela (dim. 130,6 x 97 cm) dipinto nel 1838 e attualmente parte della collezione del museo d’arte di Amburgo, Hamburger Kunsthalle (si trova qui).
La data, infine, è interessante. I tifosi dello Zenit hanno scritto 22 ottobre 1721, che è la data della fondazione dell’impero russo secondo il calendario giuliano, elaborato nell’antichità sotto Giulio Cesare e basato sul ciclo delle stagioni. Fu sostituito dal calendario gregoriano con la bolla di Papa Gregorio XIII nel 1582, ma rimane tutt’oggi utilizzato in Etiopia (a livello nazionale) e dalle chiese ortodosse (per le festività religiose), fra cui la chiesa russa.
Non è un caso, quindi, che i tifosi dello Zenit abbiano sottolineato la data di fondazione dell’impero secondo il loro calendario storico (che era stato introdotto da Pietro I nel 1700, in sostituzione del calendario bizantino), mentre quella che conosciamo nella nostra letteratura è il 2 novembre 1721, secondo il calendario gregoriano.
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Altre opere meritevoli di Delaroche sono, per esempio, “La morte di Elisabetta I, Regina d’Inghilterra” (1828, oggi al Louvre, Parigi) o il “Napoleone abdicante a Fontainebleau” (1845, oggi al Museum der bildenden Künste, Lipsia).
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