Bocciata la realizzazione della clinica privata, decade la sostenibilità finanziaria dell’opera ma il progetto non è per forza a rischio.
La Conferenza dei Servizi che doveva decidere sul progetto del nuovo stadio della Ternana ha avuto (al momento) un esito negativo. L’impianto che sarebbe dovuto sorgere sulle ceneri del Liberati, con un importante progetto voluto dall’attuale presidente del club, Stefano Bandecchi, è stato bocciato dalla conferenza decisoria in Regione: il “no” è stato dato alla realizzazione della clinica privata che avrebbe fatto parte della riqualificazione del quadrante urbano dello stadio, e che era anche decisiva per garantire la sostenibilità finanziaria dell’opera.
Senza clinica privata, lo stadio da solo non è sostenibile economicamente dal solo club (cioé dal solo Bandecchi) e il progetto decade – ma solo per ora, perché la questione è tecnica e ha a che fare con il tipo di procedimento da portare avanti.

Il progetto per il nuovo stadio della Ternana era stato presentato a inizio 2021, dopo oltre un anno di lavoro in cui il presidente Stefano Bandecchi si era speso in prima persona (del progetto avevamo scritto qui).
«Inutile farsi illusioni», ha dichiarato Stefano Bandecchi. «L’equilibrio di bilancio ci sarebbe stato attraverso la clinica ma la Conferenza dei Servizi ha stabilito che solo lo stadio può essere costruito, non la clinica – che non può nemmeno essere convenzionata. Forse in futuro la Regione Umbria cambierà i propri piani aprendo a cliniche private anche nella città di Terni ma al momento questo progetto non può essere realizzato perché non avrebbe il sostegno economico necessario. Sarà forse il prossimo presidente della Ternana a costruire il nuovo stadio».
Senza clinica non si può fare lo stadio: cosa significa?
Il nodo della fattibilità del progetto in realtà è un po’ più complicato del semplice “no alla clinica, quindi no allo stadio”.
Infatti il focus qui è da evidenziare sulla necessità di due procedimenti burocratici che vanno condotti in modo parallelo ma che sono fondamentalmente slegati fra loro: da un lato c’è l’iter progettuale per lo stadio e la riqualificazione dell’area, agevolato dalla “legge sugli stadi” e che ha una natura prettamente urbanistico-edilizia; dall’altra c’è l’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria, privata e/o convenzionata che sia.
Qui risiede l’ostacolo che, al momento, ha bloccato il progetto. Pur stante la bontà dell’idea di partenza, non è possibile portare avanti un procedimento unico perché tecnicamente si sta parlando di due ambiti diversi che vanno condotti da enti e soggetti diversi – pur convergendo poi in un risultato univoco.

Ecco perché, dopo il responso della Conferenza dei Servizi, la Regione Umbria ha confermato che attiverà la definizione del Piano dei fabbisogni in tema di Salute e Welfare per individuare un numero di posti letto necessari da implementare e autorizzare, così da avere per conseguenza il via libera alla realizzazione di nuove strutture sanitarie (v. la clinica in questione).
Quindi, il progetto per lo stadio non è definitivamente bloccato ma è soltanto in stand-by e, per portarlo a compimento, servirà coordinarsi con il procedimento parallelo volto alla realizzazione della clinica.
Il nuovo stadio avrebbe dovuto articolarsi sullo stesso terreno di gioco dell’attuale Liberati, con una struttura completamente nuova e una ricaduta importante anche sugli spazi circostanti grazie al lavoro mirato dell’ingegner Sergio Anibaldi, a capo del progetto, e già coinvolto nella progettazione del PalaTerni (nuovo palazzetto dello sport che sta sorgendo nello stesso macro-isolato dello stadio della Ternana).
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(articolo aggiornato venerdì 18 novembre 2022)
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