La storica gradinata dello stadio dei Grifoni sta affrontando un importante intervento di riqualificazione.
È stato avviato, in questo mese di giugno 2022, l’ampio intervento di riqualificazione sulla storica curva Nord del Curi di Perugia, che cambierà volto in tempo per l’inizio della stagione 2022/23 venendo, soprattutto, rinforzata e migliorata dal punto di vista dei materiali e della sicurezza per i tifosi.
I gradoni in cemento della Gradinata Nord, luogo storico dei tifosi di casa del Perugia, sono stati rimossi e demoliti in una prima fase dell’intervento, nell’ambito dei lavori di riqualificazione che il Comune sta portando avanti sull’impianto cittadino.

Dopo la successiva fase di adeguamento e rafforzamento della struttura portante in acciaio, verranno posizionati i nuovi gradoni e l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale è quello di riaprire la curva ai tifosi già entro metà settembre.
“Ogni colpo della pala meccanica che frantuma i gradoni della Curva Nord rimanda a ricordi. Su quei gradoni, realizzati nel 1975 dalla Vibrocemento di Elvio Temperini per lo stadio del Perugia che aveva conquistato la Serie A, in quasi 50 anni i tifosi del Grifo hanno saltato per incitare la squadra, esultato ai gol di Vannini, Ravanelli, Nakata e Negri, versato lacrime per le amare delusioni.
“Un cuore che ha pulsato, quasi che cemento e acciaio fossero un organismo vivo. Un organismo stanco e logoro, però, dopo quasi 50 anni, senza aver ricevuto, nel tempo, le opportune cure”.
brano di testo tratto da TuttOggi – il giornale online dell’Umbria

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Cover image: Vista panoramica interna dello Stadio Renato Curi di Perugia (photo via sportperugia.it)
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Comunque la si metta, è un pezzo di – e del – Perugia che se ne va. Perché il “Curi”, questo è.
Come già detto, quei gradoni vennero realizzati dalla Vibrocemento di Elvio Temperini, all’epoca anche nel CdA del club e che sarà poi presidente dello stesso per un breve ma decisivo periodo (’91), salvando a conti fatti la squadra dal fallimento e traghettandola verso l’era Gaucci. Così come le strutture in acciaio vennero realizzate dalla Sicel di Spartaco Ghini, che era l’AD uscente del club e anche lui, come Temperini, ne diverrà a sua volta presidente verso metà anni Ottanta.
La stessa genesi dello stadio, in quel ’75 battezzato semplicemente come il Comunale di Pian di Massiano, meriterebbe un articolo a parte: una storia molto “all’italiana”, degna di una commedia di Monicelli o Steno… una proposta che risaliva a fine anni Sessanta ma alla fine realizzata quell’estate in pochi mesi e in tutta fretta, “riciclando” un diverso progetto, solo perchè nel frattempo Curi (Renato) e compagni stavano bruciando – inaspettatamente – le tappe verso la Serie A! 🙂