charlton the valley stadio

100 anni del Valley

Lo stadio del Charlton ha compiuto un secolo di vita.

Nel 1919 il Charlton esisteva già da quindici anni, fondato nel 1905 da un gruppo di adolescenti che abitavano in quella che all’epoca era East Street, mentre oggi si chiama Eastmoor Street e non è nemmeno più una via residenziale (ma solo costeggiata da fabbriche e capannoni). Quattro campi da gioco dopo, mentre l’Arsenal si era spostato dal vicino quartiere di Woolwich verso il nord di Londra (1913), il Charlton era diventato una squadra “senior” e, dopo la fine della I Guerra Mondiale, aveva trovato uno spazio dove stabilirsi definitivamente.

La cosiddetta “The swamp” (la palude) era un’ex cava di sabbia e calcare a sud-ovest di East Street, sul lato opposto di Woolwich Road. Qui, nell’estate del 1919, un gruppo di dirigenti e di tifosi del Charlton si armarono di vanghe e picconi, sbancando e ripianando il terreno esistente, e ricavando lo spazio per il campo da gioco e per i pendii che potevano accogliere il pubblico.

Lo stadio che tutti sognano

Il 13 settembre 1919 il Charlton vinceva 2-0 contro il Summerstown in una partita di South Suburban League e faceva il suo storico esordio in quello che all’epoca veniva semplicemente chiamato “Charlton Enclosure”. In effetti si trattava solamente di un campo in terra: i tifosi prendevano posto in piedi, ai bordi del terreno di gioco e sulla collina sul lato est. Le strutture molto semplici non avevano comunque impedito al club di essere ammesso alla Football League nel 1921, grazie anche ai toni enfatici utilizzati in un articolo della rivista Athletic News che affermava: «[…] il campo di Floyd Road potrà presto diventare lo stadio che ogni uomo sogna».

Solo un anno dopo (1922) veniva completata la tribuna principale sul lato ovest (costata 14mila sterline), con spogliatoi e servizi e caratterizzata dalla famosa copertura a multi-falda che rimarrà il tratto distintivo dello stadio fino al 1979. A metà anni ’20, poi, l’enorme collina sul lato est venne prolungata fino ad abbracciare anche il lato sud, creando una delle più grandi gradinate del calcio europeo dell’epoca. Nel 1933, infine, la tribuna nord vedeva l’aggiunta della copertura e diventava la famosa “Covered End”, il cuore pulsante del tifo Addicks.

Successivamente, il club conobbe un discreto successo negli anni ’30, sfiorando la vittoria del campionato due volte sotto la guida dell’allenatore Jimmy Seed, e l’affluenza di tifosi aumentò sensibilmente. Il 12 febbraio 1938 il Valley registrò il record di spettatori della sua storia: 75.031 persone per Charlton-Aston Villa, 5° turno di FA Cup.

Un orgoglioso declino

Nel 1957 il Charlton retrocesse, dopo quindici stagioni consecutive in massima serie, ma proprio in quell’anno il Valley fu testimone di una partita indimenticabile: a mezz’ora dalla fine, sotto 1-5 contro l’Huddersfield e in inferiorità numerica, gli Addicks rimontarono e finirono per vincere la partita 7-6, in una delle pagine più incredibili della storia del club.

the valley stadio charlton

Negli anni ’70 il Valley ospitò due concerti degli Who, con circa 76mila presenze in entrambe le serate, e il cui secondo show (il 31 maggio 1976) registrò anche il record nel volume di suono prodotto, con 120 decibel misurati a 50 metri di distanza.

Sul piano sportivo, però, il Charlton rimaneva nella serie inferiori e in sempre crescenti difficoltà economiche, e nel 1985 le porte dello stadio si chiusero in modo drammatico: il 7 settembre i tifosi del Charlton arrivarono al Valley per la sfida contro il Crystal Palace e, ad accoglierli, trovarono dei volantini che annunciavano l’imminente trasferimento del club in affitto a Selhurst Park (proprio lo stadio degli avversari di quel giorno). Due settimane dopo, Charlton-Stoke City era l’ultima partita giocata al Valley dopo 66 anni di storia.

1992, il ritorno a casa

Ci vollero sette anni e l’impegno incondizionato dei tifosi (fu fondato anche un partito politico, il The Valley Party) per riportare il Charlton a casa. Il 5 dicembre 1992 Colin Walsh segnò l’1-0 decisivo contro il Portsmouth, il primo gol del ritorno a Floyd Road. La gradinata est era inutilizzabile, la tribuna ovest era una struttura temporanea, spogliatoi e uffici erano su cabinati mobili all’esterno dell’impianto: ma squadra e tifosi erano di nuovo a casa.

Il Valley risorse dalle sue ceneri e, grazie anche alla spinta dei regolamenti post-1990, la Tribuna Est fu ricostruita nel 1994 e la Tribuna Ovest fu ristrutturata diventando a due livelli nel 1998, giusto in tempo per la promozione del Charlton in Premier League, a 41 anni dall’ultima volta in massima divisione.

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(photo by Charlton Athletic FC)

Nel 2001 fu aggiunto il secondo anello nella Covered End (la gradinata dei tifosi di casa), arrivando poi a riempire gli angoli con nuovi settori sul lato nord, e ottenendo la conformazione dell’impianto attuale: 27.111 posti e uno dei luoghi migliori da cui vedere una partita di calcio in Inghilterra.

Da uno sbancamento di terreno al’entusiasmo degli anni ’30, fino al declino, all’abbandono e alla rinascita: arrivato al suo secolo di vita, il Valley rappresenta il luogo autentico del Charlton Athletic e dei suoi tifosi. Un sentimento che viene cantato anche nel celebre coro in gradinata nord: “Valley Floyd Road – oh mentre la nebbia risale dal Tamigi – il mio unico desiderio sarà sempre quello di essere qui – in Valley Floyd Road”.

Valley Floyd Road,

oh mist rolling in from the Thames,

my desire is always to be found

at Valley Floyd Road

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